Mi scusi lo SCSI (signorina!) di Andrea Vallinotto
Lo SCSI parallel.
Siete in possesso di un comune controller SCSI? Niente paura, è
curabile!
Lo SCSI denominato dallo standard Parallel è sicuramente il più diffuso.
I termini provenienti dal gergo tecnico sono ormai conosciuti da tutti, anche se
spesso si fa molta confusione.
Bisogna innanzitutto distinguere tra le due modalità principali nelle quali può
operare lo SCSI Parallel: asincrono e sincrono. Questa distinzione non riguarda
solo lo SCSI, ma tutti i bus in genere (esiste anche una terza possibilità, gli
isocroni). Per fare un esempio, lo Zorro 2 e 3 di Amiga è un bus asincrono,
mentre il PCI è sincrono. Cosa significa questa differenza ? Senza entrare
troppo nello specifico tecnico, va detto che in un dato istante su di un bus
possono dialogare tra di loro solo due dispositivi.
Anche se i segnali elettrici
arrivano a tutti gli elementi presenti, infatti, le informazioni sono in genere
originate da un'unica entità e dirette verso un unico destinatario. La dimensione
dei dati trasmessi però non è costante, in ogni singolo ciclo di scrittura si
possono inviare differenti quantità di dati.
In un bus asincrono non
esiste una temporizzazione precisa per ogni singolo ciclo di lettura/scrittura,
e il trasmittente continua a trasferire dati finché gli pare. Di contro, il
destinatario riceve dati fin quando il trasmittente non segnala che quel ciclo
di scrittura/lettura è terminato.
Al contrario, nei bus sincroni esiste una precisa temporizzazione per il
trasferimento dati, che può quindi risultare 'spezzettato' in più unità. Da ciò
deriva che la temporizzazione nel caso dei bus sincroni è direttamente proporzionale alla
velocità di trasferimento: più 'pacchetti' si fanno transitare in intervallo di
tempo, più si è veloci. In genere i bus asincroni sono più versatili, perché
grosso modo la velocità dipende dagli elementi che comunicano e non da una
temporizzazione esterna.
Nel caso dello SCSI, la modalità sincrona è più veloce. Tutti i termini quali
Fast, Ultra, Ultra2 e Ultra3 riguardano la frequenza per la modalità
sincrona e come sono gestite le linee dei segnali.
I termini Wide e Narrow riguardano invece la larghezza di banda del
bus (anche il numero di contatti dei cavi e dei connettori); con Narrow si intendono quei bus aventi 8
linee dati e che quindi trasferiscono un byte per volta. I Wide trasferiscono
due byte per volta, ottenendo così una velocità di trasferimento doppia rispetto
ai Narrow.
Le velocità di trasferimento per le varie frequenze sono, nel caso del
Narrow:
- Fast = 10 Mega/Sec.
- Ultra = 20 Mega/Sec.
- Ultra2= 40 Mega/Sec.
- Ultra3= 80 Mega/Sec.
Per i bus Wide, basta raddoppiare i valori. Si ottiene così per l'Ultra3 un
massimo di 160 Mega/secondo: questa modalità è ancora in fase di definizione,
anche se sono già comparsi degli hard disk aderenti a questo standard.
Le lunghezze massime dei cavi variano notevolmente, per ogni tipo di bus esiste
una lunghezza massima. I cavi e le connessione più comunemente in commercio sono
grosso modo divisibili in tre famiglie: Narrow, Wide Single Ended (i 'vecchi'
Wide) e Wide - Low Voltage Differential (LVD).
Esisteva anche un'altra alternativa
di Differential, detta HVD (High Voltage Differential), che si applicava in genere
ai cavi Narrow, ma ora è stata accantonata. Esistono poi delle sotto-categorie: i
Narrow, ad esempio, possono essere a 50 contatti o a 25. All'alzarsi della frequenza
di trasmissione
corrisponde un accorciamento del cavo; questo perché sono più probabili le
interferenze esterne ed interne.
La differenza tra i Wide e Wide-LVD non sta tanto nel cavo o nel connettore (che
sono identici), ma nell'uso che il bus fa dei 68 contatti presenti sul cavi.
Per i Narrow ed i Wide Single Ended, avere rispettivamente 50 e 68 contatti
significa che solo la metà di questi sono utilizzati, mentre i rimanenti 25 o 34
sono quasi tutti connessi a terra.
Questo non era stato fatto per far vendere
cavi più spessi, ma perché le linee di terra servono a schermare il cavo dalle
interferenze esterne; difatti i cavi a 25 contatti (i tipici SCSI-2 per
periferiche esterne) soffrono molto di più le interferenze e devono essere per
forza più corti dei fratelli maggiori a 50 contatti.
Aumentando le velocità
però, la semplice presenza delle linee connesse a terra non basta più, quindi
viene usato il protocollo differenziale: ogni linea è sdoppiata nel suo
equivalente negato e all'arrivo i due segnali speculari vengono confrontati; in
questo modo, se ci sono state interferenze nel trasporto, si sono avute in
maniera uguale sui due segnali e si può così recuperare il segnale originale.
Gli LVD usano quindi dei connettori del tutto identici ai Single Ended, ma in
maniera diversa. La piedinatura però corrisponde, quindi non dovrebbero esserci
problemi a connettere un dispositivo LVD ad una catena Single Ended (ma non
viceversa).
Continua...
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