"I Love you": maggio 2000, cronache dal dopobomba. di Andrea Vallinotto
Recentemente il popolo sempre più numeroso di Internet è stato messo di fronte ad un pericolo presente da tempo nel mondo dei computer: i virus informatici.
Non è certo la prima volta che un virus si diffonde sui computer della rete, ma per la prima volta un simile evento ha prodotto danni notevoli ed ha avuto una grossa copertura dalla stampa.
Tra i danni prodotti, si annoverano computer inservibili per banche, grosse società e persino alcuni parlamenti; anche alla Ferrari si sono visti recapitare alcuni messaggi dall'ormai famoso subject.
Ma con l'enorme diffusione della rete, i sempre più abbondanti tecnici di rete, i sofisticatissimi sistemi antivirus delle varie Symantec e McAfee, come ha potuto un simile virus produrre così tanti danni?
Come è stata affrontata l'emergenza in Italia, il paese delle emergenze?
Come si poteva evitare questo disastro?
Se in fondo il virus "I love you" non ha prodotto danni a lungo termine, ha forse avuto un'altra funzione: quella di cartina tornasole.
Ha messo in evidenza le reazioni di vari campi che interagiscono con il mondo informatico:
la stampa specializzata (e non) e i vari "esperti".
Andiamo a vedere cos'è successo...
I media e il virus: m'ama o non m'ama ?
Con il forte eco che il campo tecnologico e di Internet ha in questo periodo sulla stampa, l'apparsa del virus non è certo passata in silenzio.
Dagli accorati editoriali sulla tecnologia traditrice fino alle presunte rivelazioni di esperti sulla provenienza del virus, sono stati spesi fiumi di inchiostro.
Ma come putroppo sempre più spesso accade, le informazioni che si potevano trarre dalla maggior parte dei media erano incomplete e tendenziose.
Già, perchè il famoso "I love you" è un virus (per l'esattezza un Internet Worm) che sfrutta le croniche debolezze e i mostruosi buchi di sicurezza di un unico software.
Insomma, se questo (e forse altri) virus si è diffuso così capillarmente lo si deve quasi unicamente alla dabbenaggine con cui è stato concepito e scritto il più diffuso software di scambio di posta per Internet: Microsoft Outlook.
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