Mi scusi lo SCSI (signorina!) di Andrea Vallinotto
Quindi quando si parla di standard SCSI bisogna stare attenti a che
cosa si intende dire; provando a programmare lo SCSI (come vedremo nella seconda
parte) può spesso capitare di incappare in comportamenti fuori dallo standard
definito: in questi casi si cerca di girare intorno (workaround) al
problema.
L'evoluzione non va però solo verso l'esterno (supportare nuovi dispositivi), ma
anche verso l'interno. I nuovi dispositivi richiedono velocità di trasferimento
sempre più alte. Sono state quindi potenziate le caratteristiche fisiche del bus per
ottenere maggiore velocità: ecco che appaiono i vari bus "wide", "fast" e
"ultra". Con i lavori per lo SCSI 3, tutti questi protocolli sono stati
riorganizzati e lo stesso standard SCSI è ora suddiviso in livelli (detti anche
layers o strati), così come avviene già con i protocolli di Internet. La
divisione in strati ha anche il beneficio di rendere più modulare tutto
l'insieme, permettendo così di sfruttare anche le nuove tecnologie come il
FireWire e le fibre ottiche.
Si ottiene cioè che ora i comandi SCSI possono passare attraverso una più grande
varietà di connessioni che non quelle del classico SCSI-2.
La figura qui di seguito illustra a grandi linee i livelli:
- Il primo livello (Phisical Interconnections)definisce la connessione fisica
del bus; si può facilmente indentificare con il cavo stesso.
- Il secondo livello (Transport Protocols) dipende strettamente da
quello inferiore e definisce come vengono usate le connessioni fisiche.
Questo livello fornisce al livello superiore un'interfaccia comune per utilizzare i
dispositivi connessi sul bus, in modo che i software di gestione del sistema operativo non
si debbano preoccupare di quale connessione fisica trasporti i comandi.
- Gli ultimi due livelli (Shared command set e Device-Type
Specific Command Sets) forniscono l'interfaccia software per la gestione
dei dispositivi. La seconda parte dell'articolo si occuperà in particolare di
illustrare l'uso di questi comandi.
Più precisamente, lo schema qui sotto illustra in dettaglio le varie istanze dei
primi due livelli:
Sono quindi 4 grosse famiglie
- Lo SPI, cioè SCSI Parallel Interface. Sotto quest'acronimo un po'
oscuro si nascondono i cavi ed i bus più comuni ed usati (un'apposita sezione
più sotto ne parla in dettaglio). Il termine Parallel sta
semplicemente a significare che più segnali transitano sul cavo contemporaneamente.
In questo specifico caso, i primo livello è strettamente legato a quello
superiore.
I cavi narrow fanno passare 8 bit (cioè un byte) per volta, quelli wide 16
(cioè due byte per volta).
Esistono poi i tipi di bus Fast, Ultra1, Ultra2 e Ultra3: queste designazioni riguardano
le frequenze (e di conseguenza la velocità) a cui vengono trasferiti i
dati.
- Il nome industriale è IEEE-1394, ma è meglio conosciuto come
"FireWire". È un bus seriale (in cui transita un solo bit per volta) che si sta
affermando. La parte di primo livello ovviamente non fa parte dello standard
SCSI-3, che, al contrario la "prende in prestito" dallo standard IEEE.
- Fibre Ottiche. E` previsto l'utilizzo delle fibre ottiche dello standard
T11. Al momento, però, sono pochissimi gli host adapter in commercio per i
microcomputer che fanno uso di quest'interfaccia. Essendo un'architettura ad
alte prestazioni, è mirata ai grandi server di rete ed ai mainframe: la
banda passante del bus è di 100 Megabytes/secondo.
- Serial Storage architecture. Un altro bus seriale; è tuttora in corso la
definizione del protocolli di fisici e di trasporto, denominati PH2 e TL2.
Continua...
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