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Narrativa

Amighisti al bivio:
Migrazioni possibili
di Roberto Rosselli Del Turco



Conclusioni

Ciascuno di noi usa il computer su due livelli diversi: come uno strumento per portare a termine un certo tipo di lavoro, e come un fine in se stesso, un hobby rivolto a produrre divertimento puro. Da quanto detto in precedenza, dovrebbe risultare chiaro che per poter decidere come espandere il vostro orizzonte informatico dovete aver ben chiaro che tipo di utente siete: se per voi il computer è principalmente un mezzo per ottenere determinati risultati, per il momento probabilmente farete bene a pensare a restare nel campo dell'ortodossia e rivolgervi alla Apple o alla Microsoft; se invece, com'è assai probabile visto che state leggendo queste righe, il computer è anche e soprattutto una passione vi consiglio caldamente di fare un po' di spazio sul vostro disco e di provare il BeOS e/o Linux.

Il primo ha un costo ridotto e molti programmi sono scaricabili dalla rete; il secondo costa ancora meno, soprattutto se vi fate masterizzare un CD-ROM con una versione delle distribuzioni più note da qualche amico che ha i mezzi opportuni (soprattutto una connessione fissa alla rete). Linux viene con molti programmi preinstallati, quindi avrete modo di provarlo come alternativa realistica all'ambiente software che state utilizzando in questo momento.

Avrete notato che fra i punti + e -- relativi a ogni SO ho inserito il fatto che si tratti di un sistema almeno parzialmente open source (+) oppure proprietario (-). Vi invito a considerare questo fatto con grande attenzione: le vicende della Commodore, ma anche della Apple, dovrebbero aver insegnato a tutti che non importa quanto sia valido tecnicamente un prodotto, se la società che ne detiene i diritti esclusivi di sviluppo compie le scelte sbagliate il suddetto sparisce dal mercato, o si trova relegato in una nicchia drammaticamente ristretta.

Con Linux, o FreeBSD, o un altro SO open source questo non può accadere, perché nessuno ha il monopolio delle decisioni, dunque nessuno può prendere le decisioni errate in materia di marketing e sviluppo che hanno portato al fallimento della Commodore.

Questo fatto ha altri risvolti positivi: la Be, ad esempio, sta progressivamente abbandonando la piattaforma PPC, per problemi di risorse e di ostruzionismo della Apple, e molti utenti e sviluppatori contestano furiosamente questa scelta; ebbene, se il BeOS fosse un SO open source ci sarebbe sicuramente chi continuerebbe lo sviluppo sul PPC, e tutti tirerebbero un respiro di sollievo.

Lo stesso si applica sul piano della sicurezza, dei bug nelle applicazioni e nel sistema, etc.: se il mio lavoro è ostacolato da un bug ricorrente in Windows, ad esempio, non posso far altro che sperare che questo venga eliminato nella prossima versione, o che la Real Casa si degni di rilasciare un service pack che contiene la patch relativa; sotto Linux, posso in primo luogo tentare di eliminarlo personalmente, se ne ho la capacità, visto che i sorgenti sono sempre a disposizione, in alternativa lo segnalo a chi di dovere con la certezza che presto ci sarà qualcuno nella mia stessa situazione, ma non necessariamente, che troverà una soluzione al problema; non è infrequente il caso di bug segnalati e risolti nel giro della stessa giornata.

Situazione simile nel campo dei dati: un SO aperto e non proprietario userà sempre un formato aperto e non proprietario, senza che l'utente veda i propri dati presi in ostaggio e sia costretto a comprare le ultime versioni di un dato programma per poter avere la compatibilità piena con l'ultima, diversa in percentuale risibile ma quel che basta per non essere più utilizzabile, versione del formato dei dati (ogni riferimento a Office non è casuale).

L'argomento, di nuovo, meriterebbe un articolo a parte, vi consiglio come prima lettura il saggio di E.S. Raymond sulla diversa filosofia di sviluppo che caratterizza il software open source rispetto a quello proprietario (The Cathedral and the Bazaar).

Ecco perché seguo con grande interesse le vicende di Amiga International, e aspetto di vedere come e quando si realizzerà AmigaOS 5.0, e ho comprato e installato il BeOS sul mio disco rigido, ma per il momento e per il futuro prevedibile il mio ambiente di lavoro normale è basato su Linux.


AMIGA


Dott. Roberto Rosselli Del Turco
Ricercatore presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Torino, da lungo tempo utente amighista, in passato ha collaborato per circa un anno con Amiga Magazine. Dall'inizio degli anni '80 si interessa attivamente di informatica, in particolar modo per quanto riguarda le tendenze all'evoluzione e all'innovazione dei sistemi operativi contemporanei. Attualmente sta concentrando la sua attenzione su Linux e sul fenomeno del free / open source software.

Puoi contattare l'autore scrivendo a:
rrosselli@diff.org


 


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