RedHat 6.0: l'ultima fatica della casa di Raleigh
di Giuseppe Ghibò
Conclusioni
Nonostante qualche problema di gioventù legato alla scelta coraggiosa
di utilizzare versioni recenti di parti critiche del sistema (rpm
3.0, kernel 2.2.X, glibc 2.1, egcs 1.1.2), la
RedHat 6.0 stabilisce un nuovo "standard" di riferimento in fatto di distribuzioni
Linux. Offre infatti una distribuzione sufficientemente robusta e relativamente
facile da installare sia per l'utente neofita (che può sempre tentare
l'installazione Workstation), sia per gli utenti più esperti che
possono contare su una distribuzione sempre aggiornata.
I problemi di incompatibilità hardware riscontrati con alcuni
modelli raramente sono legati alla distribuzione RedHat di per sé,
piuttosto al fatto che certo hardware (ad esempio schede audio, modem,
etc.) non è supportato dal kernel Linux neppure nelle versioni più
recenti.
Gli altri problemi di gioventù di questa distribuzione si sono
riscontrati cercando di fare l'upgrade di installazioni precedenti (es.
da una RedHat 5.2), e sono sostanzialmente dovuti al passaggio alla release
3.0 del tool per la gestione dei pacchetti rpm
(RedHat Package Manager); in alcuni casi abbiamo riscontrato che i vecchi
package non sono stati totalmente rimossi mentre in altri casi non v'era
traccia del pacchetto installato, sebbene l'rpm database ne segnalasse
la presenza.
Una nota stonata si ha invece sulla localizzazione in italiano. Sebbene
durante l'installazione sia possibile scegliere la lingua italiana (con
la conseguenza che molti tool come GNOME l'avranno abilitata, v. Figura
6),
la localizzazione in italiano è
spesso superficiale, approssimativa e incompleta, con stringhe che
sbordano o parti di installazione in cui la traduzione in italiano non
è sincronizzata con quella in inglese, o ancora con parti miste
italiano/inglese.
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LINUX |
Giuseppe Ghibò
Attualmente consulente e sistemista Unix, grande
esperto di TeX, Postscript e DTP, ha fatto parte del Comitato Organizzatore
delle due ultime edizioni di IPISA. Ha inoltre collaborato con Amiga
Magazine dal '95 fino alla sua chiusura.
Da sempre attivista sul fronte dei sistemi operativi
alternativi, nutre particolare passione per l'informatica, la matematica,
l'elettrotecnica, ma non disdegna argomenti più frivoli quali il
calcio e Formula 1.
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Puoi contattare l'autore scrivendo a:
gghibo@diff.org
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