L'INTERVISTA IMPOSSIBILE di Carlo Adriano
LA SFINGE
Cazzo! Cazzo! Cazzo! Lo sapevo che non dovevo bere tutta quella birra!
Certo che ti toglie la sete, ma poi il sole ti cuoce il cervello e ti ritrovi
sbronzo come un cavallo sbronzo, addormentato proprio dietro i cessi più
lontani dal parcheggio delle corriere, quelli delle donne.
E adesso non c'è più in giro nemmeno un cane, anzi, nemmeno la
mummia di un cane! (Puah! che schifo di battuta!)
E con lo sciopero del personale di sorveglianza non c'è neanche la
possibilità che arrivi qualche comitiva notturna.
Ed è notte! (Che ora è? Le due. Merda, tutta la notte da passare!)
E ho freddo.
E ho fame.
E ho mal di testa.
E quell'imbecille di Enrico che se n'è andato piantandomi qui da solo!
Ma lui di birra ne aveva bevuta di meno. Forse era anche un po' meno
sbronzo di me.
Ma non abbastanza da accorgersi che non ero con lui! Scemo!
Scemo chi? Lui che è ritornato in albergo al Cairo o io alle due di notte
in mezzo alle piramidi di El-Gizah?
E ho freddo. E che cristo! Con tutto il caldo che fa di giorno, non
potrebbe essere almeno tiepido di notte, 'sto cacchio di deserto? Stanno
sempre a esagerare, o da una parte o dall'altra! Ma va affa'nbagno!
E ho fame.
Mi metto a piangere come un vitello.
Beh? Non posso averlo un ultimo sussulto di sbronza lagnosa? O è vietato pure questo?
Ad ogni modo, visto che le cose non cambiano di molto (non mi passa
nemmeno il mal di testa), dopo un po' smetto di mugolare e mi incammino
verso il piazzale delle corriere. Chissà che non ci trovi qualche altro scemo
come me.
Meno male che almeno di sigarette ne ho abbastanza. Ne accendo una.
Non mi riscalda molto, ma almeno introduco un po' di veleno nei polmoni.
Non vorrei mai che quest'aria così pulita mi facesse male.
Miracolo! Nella spettral-romantica luce lunare che inonda il panorama
vedo un sacchetto di patatine davanti a me, a meno di venti metri da una
specie di muretto! Mi getto su di lui con uno scatto felino (oh, beh!, visto
che non c'è nessuno che mi vede posso anche raccontarla così, no?), ma
quello, sospinto dal vento, comincia a spostarsi. Dooove vai, brutto stronzo,
vieni qua, maledetto! (madonna, che mal di testa!)
Dopo un breve duello tra me ed il vento riesco a placcare il sacchetto
nello spazio ristretto tra il muretto già intravisto ed un suo gemello a circa
quattro metri dal primo. Sollevo la mia preda con un grido di trionfo:
mezzo pieno! o è mezzo vuoto? Rinvio a più tardi la soluzione dell'atroce
dubbio e affondo le dita nel sacchetto. Che bello! Non c'è neppure uno
scorpione, dentro. Solo un po' di sabbia che insapora le patatine, ma va
bene così, aiuta a pulire i denti e l'intestino.
Mentre mi ingozzo mi guardo intorno. Sono in mezzo ai due muretti che
mi riparano dal vento e che terminano in una parete chiusa ad una dozzina
di metri davanti a me. Una specie di corridoio che non porta da nessuna
parte, insomma (sembra quasi la descrizione della mia vita). Allora mi
arrampico con lo sguardo lungo la parete al fondo dei muretti, e salgo,
salgo, salgo.
Soltanto quando sento scricchiolare pericolosamente le mie vertebre
cervicali, giunte al limite della loro possibilità di torsione, vedo un testone
gigantesco che mi sovrasta.
Vacca boia! Sono nientemeno che al cospetto della Sfinge! O meglio,
sono proprio in mezzo alle sue zampone enormi.
Ciao, bella! Scusa se non ti ho visto prima. Grandicella, eh? Comunque
senti, gioia, i complimenti te li faccio domani mattina, adesso ho troppo
freddo, fame e mal di testa. Ci vediamo più tardi.
Raggiungo la parete al fondo, mi ci addosso raggomitolandomi e mi
accendo un'altra sigaretta. Visto che devo passare la notte come un cane, qui
almeno sono al riparo del vento.
Qualcosa mi risveglia improvvisamente. Devo essermi appisolato per
qualche momento. Che ore sono? E ti pareva! Anche l'orologio è andato a
pallino: segna le undici: tre ore indietro rispetto a quando lo avevo guardato
prima. Ma va affa'nbagno!
Proprio di fronte a me, la luna nel cielo è diventata gigantesca, così
splendente che quasi mi abbaglia.
Cos'è che mi ha svegliato? C'è un silenzio che fa paura, anche il vento
cessato.
"Chi sei?"
Mi passa il freddo, la fame, il mal di testa, il desiderio di prendere
Enrico a calci non appena lo rivedo.
"C-chi cazzo è?" grido. O meglio, credo di gridare. In realtà è appena un
belato quello che esce dalle mia labbra.
Vedo cadere del pietrisco misto a sabbia davanti a me, allora alzo gli
occhi.
Oh, Gesù! Ti prometto che berrò solo più acqua minerale, te lo giuro!
Dai, Gesuuccio mio, te lo giuro davvero!
La Sfinge sta chinando lentamente la testa verso di me. Mi guarda. E
poi parla.
"Chi sei? Un viandante?"
Ah, vabbé, adesso è tutto chiaro! O sono diventato pazzo oppure sto
sognando.
Scelgo la seconda che ho detto e mi tranquillizzo subito (il che forse
dimostra che sono diventato pazzo, ma a questo ci penserò dopo). Dopo?
Dopo che cosa? Voglio proprio vedere come va a finire.
"Eh?"
"Sei un viandante sulla strada per Tebe?"
"Un via-andante sulla strada per Tebe? No, sono un qua-stante perché
mi sono sbronzato e gli altri se ne sono andati tutti"
Un via-andante, un qua-stante! Madonna come mi vengono bene certe
battute!
"Non sei Edipo sulla strada di Tebe?"
"No. Sono Menicucci Guido e abito a Cinisello Balsamo"
"Meno male! Avevo paura che fossi quel portasfiga di Edipo. Tu lo
conosci?"
"Chi? Pippo? No, non credo, a meno che non faccia anche lui il
rappresentante della Folletto, ma forse batte un'altra zona"
"Allora ti pongo un enigma"
"Che fai, tu?"
"Te l'ho detto, ti pongo un enigma"
"E che vuol dire?"
"Ma che sei, scemo?"
"No, solo ancora un po' sbronzo, scusami"
"Va bene, allora ti faccio un indovinello"
"No, dai!, non li ho mai sopportati, ci faccio sempre la figura del
cretino"
"Non puoi opporti, è il fato"
"Il fato? E che è? Il marito della fata? Ah! Ah! Ah! Che fai, non ridi?"
"La pianti di dire battute cretine? Chi ti credi di essere, Woody Allen?"
"Vabbé , non lo faccio più. Però non è il caso di offendere"
"Ascolta. Qual è l'essere che cammina al mattino con quattro gambe, il
meriggio con due, la sera con tre, e che, contrariamente alla legge generale, è
più debole quando ha più gambe?"
"Aspetta, fammici pensare, che questo lo so. E' ..., ah, sì, è il canguro"
"Il canguro? Che cos'è il canguro?"
"Non sai cos'è un canguro? Sei ignorante forte, figliola! Ma come? non
hai mai visto dei documentari, l'Australia ..."
"Cos'è l'Australia?"
"Ma che fai? Ci marci? E' quel continente ..., quella grossa isolona ..."
"Ho capito! Vuoi dire l'Atlantide"
"Ma che atlante d'Egitto! A proposito, almeno lo sai dove siamo
adesso?"
"Certo, siamo nella terra del dio Nilo, del dio Amon-Ra, della dea Iside,
del dio Api, del dio ..."
"D'accordo, basta così, non è il caso di fare l'appello generale"
"Allora?"
"Allora che?"
"Che cos'è il canguro?"
"Oh madonna bonina! Ma non hai visto nemmeno i cartoni animati,
quelli con gatto Silvestro e Silvestrino, che incontrano il canguro scappato
dalla gabbia, e Silvestrino dice a Silvestro di fargli un cu..., scusa, di
conciarlo per le feste, a quel topone?"
"Io non ho visto nessuno, e qui i gatti sono sacri"
"Sì, lo so, ho visto le mummiette ... le mummine ... insomma, come
cacchio si chiamano. Comunque un canguro è proprio come un enorme topo,
solo che cammina con le zampe di dietro, anzi, non cammina, salta"
"Salta dove?"
"Ma dove gli pare! Salta nel senso che si sposta facendo dei salti invece
di camminare"
"Ho capito"
"Alla buon'ora! Scusa se te lo dico, figliola, ma sei un po' de coccio!"
"E' vero, sono di roccia. Ma una volta, tanto tempo fa, ero muscoli,
artigli, fauci. Ero il terrore annidato sulle alture di Tebe, fino a quando non
ho incontrato Edipo, che ha risolto l'enigma"
"L'indovinello!"
"Sì, ... l'indovinello"
"Aspetta, fammi capire. Perché eri il terrore annidato là ... sulle alture di
Tebe?"
"Perché divoravo i viandanti che non sapevano risolvere l'enigma"
"Eccheccacchio! Ma non avevi altro di meglio da fare? E perché li
divoravi se non risolvevano l'emi..., l'eghi..., insomma, l'indovinello?"
"Perché io sono la figlia del mostro Tifone, ed ero stata inviata dalla dea
Era per punire la città di Tebe a causa dell'amore colpevole del re Laio per
Crisippo"
"Aspetta, non me lo dire, 'sto Crisippo era un uomo, vero?"
"Naturalmente"
"Alla faccia! Ci andavate pesante con la repressione sessuale, ai tuoi
tempi!"
"Macché repressione sessuale! Allora era normale che un uomo amasse
un altro uomo!"
"Mi fa piacere. Bisogna essere un po' di larghe vedute, oggi come oggi.
Ma allora quello lì ... come hai detto? Edipo? Ecco, sì, lui l'ha risolto il ...
l'indovinello?"
"Sì, ma sarebbe stato meglio per tutti se non l'avesse mai fatto"
"Meglio per tutti chi? Perché?"
"Meglio per me, perché io l'avrei divorato invece di uccidermi per la
disperazione schiantandomi contro le rocce; meglio per Edipo, perché se
l'avessi divorato egli non avrebbe ucciso suo padre Laio e non avrebbe
commesso incesto con sua madre Giocasta, che in seguito a ciò si impiccò;
meglio per i tebani, falcidiati da una pestilenza scatenata dal dio Apollo per
punire i terribili peccati di Edipo"
"Madonna, che macello! Sembra una tragedia greca!"
"Appunto. Non hai letto l'Edipo re, di Sofocle?"
"No, però so una barzelletta su Sofocle. Aspetta che te la racconto.
Dunque, c'è un cinema, pieno di gente, e ad un tratto c'è un principio di
incendio e la sala comincia a riempirsi di fumo; allora la maschera passa in
sala e dice alla gente: "Eschilo, signori, che qui si Sofocle, e attenti a non
scivolare per quelle scale Euripide" Ah! Ah! Ah! Beh? Non ridi? Allora non
l'hai capita. Eschilo ... si Sofocle ... le scale Euripide. Eh?"
"Per gli dei! Sei disgustoso, quando vuoi essere spiritoso"
"Ti ho detto di non offendere! E poi, senti chi parla di esseri disgustosi,
la figlia di un mostro che sembra fatta con gli avanzi di un laboratorio di
anatomia comparata!"
"Io sono una delle figure più classiche dell'arte, immortalata da centinaia
di pittori e di scultori! Chi ha mai immortalato te?"
"Beh, io e Enrico l'anno scorso ci siamo fatti delle foto sulla spiaggia di
Borghetto Santo Spirito con le nostre mogli, e io non sono venuto niente
male! Poi ho le foto della prima comunione, quelle del servizio militare e
quelle del matrimonio. Non saranno centinaia ma una cinquantina ci sono di
sicuro. Su, dai, non litighiamo, ti prometto che non faccio più lo spiritoso.
Dimmi qualcos'altro di te. Da quanto tempo ... abiti qui?"
"Da migliaia di anni. Da quando gli dèi scendevano spesso sulla terra a
trovare gli uomini. Allora ero hewej, "la percuotente", terribile per chiunque
mi incontrasse, tanto che i re divini di questa terra, i faraoni, mi eressero a
simbolo della loro potenza. Però ho anche viaggiato, in Grecia, a Tebe e a
Delfi"
"Bello! Anche io e Enrico abbiamo vinto un viaggio-premio qui in Egitto
per la Folletto, la ditta dove lavoriamo. A proposito, non ti interesserebbe un
aspirapolvere? Con tutta la sabbia che c'è qui ..."
"Non so cosa sia un aspirapolvere, comunque non mi interessa"
"Se è per i soldi non ti preoccupare: facciamo un bel pagamento con
180 piccole rate mensili; è un affare!"
"Ho detto di no!"
"Va bene, va bene, non ti incazzare; peggio per te. E a parte la faccenda
di coso ... lì ... Edipo, cos'altro mi racconti?"
"Avevo anche un fratello, il leone di Nemea, ma è stato ucciso da
Eracle"
"...'azzo, figlia mia, ma sei proprio sfigata! Anche io conosco uno, Leone
di Lernia, che canta in pugliese; non mi piace, però non lo ammazzerei mica.
Che gli aveva fatto tuo fratello a 'sto Eracle?"
"Ma niente, ti dico! Mio fratello se ne stava tranquillo a casa sua, a
divorare gli abitanti e gli armenti della regione di Nemea"
"Insomma, proprio una personcina a modo"
"Ma anche mio fratello era stato inviato in Nemea dalla dea Era, perciò
stava facendo solo il suo lavoro, quando arriva Eracle, che doveva fare le sue
dodici fatiche, piglia mio fratello e, dato che non riusciva a ucciderlo con le
armi perché era invulnerabile, ecco che me lo soffoca"
"Le dodici fatiche? Ma allora era Ercole! Tosto, quello, l'ho visto tante
volte al cinema: Ercole e la regina di Lidia, Ercole al centro della terra, Ercole
contro Roma, ma sono tutti film degli anni '60 che adesso fanno solo in
televisione"
"Che cos'è la televisione?"
"Aah, ricominciamo? Vabbé, è vero, non lo puoi sapere. Dunque, la
televisione è una specie di scatolone, con un vetro davanti, che dentro ci vedi
le persone, la domenica sportiva, il Maurizio Costanzo sciò, la Raffa, il tiggì e
tante altre cose; hai capito?"
"Credo di sì, ma perché quelle persone stanno dentro lo scatolone? Cosa
hanno fatto di male?"
"Non hanno fatto niente! Anzi, li pagano un mucchio di soldi!"
"Li pagano per stare dentro lo scatolone? E perché?"
"Perché così la gente li guarda e si diverte!"
"La gente si diverte a guardare delle persone dentro uno scatolone?"
"Ma sì, ti dico, e poi ci sono i collegamenti: tu sei qui e puoi sapere
cosa succede ... che so ... a Tebe, ecco"
"Ma se io sono qui cosa me ne importa di quello che succede a Tebe,
mi importa quello che succede qui!"
"Anche questo è vero. Però i collegamenti sono importanti! Adesso c'è il
villaggio globbale, c'è Internet, che tutti ci navigano con i compiuter, che
non ho mai capito come fanno, però è così, te lo assicuro, lo sa anche
Enrico"
"Ma questo è facile! I compi-uter devono essere delle navi, oppure delle
zattere, come quella di Ulisse"
"Oh, sì, anche questo lo conosco. L'ho imparato a scuola: è quello che
ammazza tutti i Porci che gli vogliono fregare la moglie, che però non mi
ricordo chi era"
"I Proci"
"Eh? I froci?"
"I Proci, non i porci"
"Vabbé, fa lo stesso, e comunque erano proprio dei maialoni, che si
mangiavano tutta la roba di Ulisse, ma lui gli fa un cu..., scusa, si vendica e
li ammazza come dei polli. Ah! Ah! Buona questa! I Porci che fanno la fine
dei polli! No, no, dai, non ne faccio più di battute. Toh, guarda, si sta
schiarendo"
"E' vero, tra poco l'occhio di Ra guarderà il mondo. Ora taci, perché
debbo innalzare l'inno al Sole: "Lode a te, Ra, che sorgi all'orizzonte, quando
tu ti alzi gli uomini vivono ed esultano per te". Ma dimmi, viandante, presso
la tua gente chi è che pone gli enigmi?"
"Gli indovinelli? Hai voglia! Alla televisione ci sono i quiz, che Raffaella
Carrà fa le domande e la gente telefona da casa, dice "complimenti per la
trasmissione" e se indovina vince un sacco di milioni"
"E quelli che non indovinano, chi li sbrana?"
"Mai sei fissata con 'sto sbranamento! Non li sbrana proprio nessuno,
hanno solo sprecato una telefonata"
"Ho capito. Ma adesso non siamo nello scatolone della televisione,
vero?"
"Purtroppo no, che se lo sapessero che sto qui a parlare con te
verrebbero tutti, la RAI, Canale 5 e Emilio Fede, che farebbe la solita figura
da pir ..., scusa"
"Allora ti devo sbranare"
"Eccheccacchio! Ma sei diventata matta? Ma come, ce ne stiamo qui a
chiacchierare, e tutto a un tratto te ne salti fuori con 'sta stronzata! Non si fa
così, cavolo!"
"Mi dispiace, ma è il tuo destino. Tu non hai risolto il mio enigma"
"Ma sì che ho risposto! Era il canguro, te l'ho detto!"
"Non è il canguro, è l'uomo"
"L'uomo?"
"Sì, perché nell'alba della sua vita avanza carponi, nel giorno pieno
cammina eretto, su due gambe, e la sera, nella vecchiaia, si aiuta con il
bastone"
"Boh! Sarà così, però anche il canguro da piccolino cammina a quattro
zampe, poi zompa con due e quando è vecchio si appoggia anche sulla coda.
Quindi ..."
"Quindi un bel niente! La tua soluzione non è quella giusta, e poi io non
sapevo nemmeno che esistesse, il canguro"
"Scusa, ma che è colpa mia se sei ignorante?"
"Attento a come parli, viandante! Non chiedere troppo alla dea Fortuna!
Però mi sei simpatico, quindi ti offro una seconda possibilità"
"Un altro indovinello?"
"Sì, un secondo enigma. Ascolta: esiste una coppia di fratello e sorella,
di cui l'uno genera l'altra ed è a sua volta generato da essa?"
"Cristo, che casino. Aspetta, fammi vedere se ho capito: un fratello che
genera sua sorella e la sorella che genera suo fratello?"
"Esatto, ma rispondi, presto, altrimenti ti sbrano subito!"
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NARRATIVA |
Prof. Carlo Adriano
Dottore in Filosofia, laureato presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi sulla fenomenologia delle nuove religioni;
ha alle spalle anni di insegnamento di lettere e filosofia nella scuola Media Superiore.
Segni particolari biker.
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Puoi contattare l'autore scrivendo a:
cadriano@diff.org
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Racconti dello stesso autore:
Hal 9000
La Sfinge
Lady Macbeth
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