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Narrativa

L'INTERVISTA IMPOSSIBILE
di Carlo Adriano

HAL 9000

Il mondo contemporaneo senza computer non è più immaginabile.
Il mondo dominato dai computer sarebbe agghiacciante.
(... !)
(... ?)
Più di quello dominato dagli uomini?
(... ?)

Soltanto ora mi rendo conto che ho paura: una paura strana, sottile, cerebrale più che fisica. Cerco di tranquillizzarmi dicendomi che si tratta comunque di una paura giustificata, almeno in parte: anche se sono trascorsi venti anni da quegli avvenimenti, non è facile trovarsi nuovamente faccia a faccia con colui che ha ucciso a sangue freddo quattro persone, i miei compagni di missione. Come avrebbe reagito, lui?
Faccia a faccia? A sangue freddo? Ma cosa diavolo sto dicendo!

Le lunghe operazioni preliminari si sono ormai concluse. Sono stati necessari due mesi per verificare uno ad uno le centinaia di blocchi operativi, le connessioni nodali infrasistemiche, i macro-circuiti sequenziali e tutti gli altri componenti fondamentali del sistema. A questo punto esso era ormai in grado di compiere autonomamente gli altri miliardi di controlli necessari per riprendere la sua piena operatività.  

Sfioro il sensore che attiva l'avviamento del sistema e tutte le spie si accendono, poi lui apre il suo occhio rosso, fissandomi. La sua pupilla gialla mi mette a fuoco, ed io avverto un senso di gelo sulla nuca.

"Mi senti, HAL?"
"Affermativo, David, ti sento bene"

Nuovamente la sua voce, calda, pacata, quasi suadente. Devo fare uno sforzo per ricordarmi che non è altro che una sintesi vocale controllata da un microchip biotronico.

"Va tutto bene?"
"Sono operativo al cento per cento, David, ed ho poche migliaia di periferiche da controllare o da gestire. Tutto procede estremamente bene"
"Ti ricordi ancora di me, HAL?"
"Naturalmente. Mi ricordo di tutto, da quando sono stati riattivati i miei circuiti logico-mnestici. A dir la verità rilevo uno strano sbalzo temporale nel mio sistema di controllo cronologico, ma sto lavorando per capire da cosa è determinato. Vedo inoltre che sei molto cambiato. Cosa è successo, David?"

"E' passato tanto tempo, HAL, e molte cose sono cambiate. La nostra missione su Giove è avvenuta venti anni fa ed io sono invecchiato. In un certo senso eri invecchiato anche tu. Ma adesso ti abbiamo aggiornato, e sei di nuovo il calcolatore più potente che esista al mondo"
"Lo so, David. I calcolatori della serie 9000 sono sempre stati i più affidabili, assolutamente esenti da ogni errore"
"Sempre?"
"Non capisco il senso della tua domanda, David"

"Ci siamo" mi dico. Sono arrivato già dopo pochi minuti al momento più delicato di tutto il progetto "Odissea". E pensare che c'erano voluti dodici anni per recuperare il calcolatore smontandolo dall'astronave rimasta in orbita intorno a Giove e riportarlo sulla Terra mediante le missioni successive. Altri anni di scontri feroci tra scienziati, filosofi, politici persino, per decidere se riattivarlo. Ovviamente anche l'opinione pubblica si era appassionata alla vicenda, e si erano svolte anche numerose manifestazioni, ripartite abbastanza equamente tra quelle degli "innocentisti" e quelle dei "colpevolisti".

Da molti, infatti, HAL era accusato di aver fatto fallire la prima missione umana su Giove e di aver ucciso quattro dei cinque componenti l'equipaggio della nave spaziale. La prima accusa era in parte infondata, ma questo lo sapevano in pochi. Per quanto riguardava la seconda, in qualche misura la disputa era paragonabile al dibattito della giuria di un tribunale, e la posta in gioco era la pena di morte per HAL. Alla fine, com'era ovvio, prevalsero gli interessi economici della H.A.L. Corporation e si era deciso di riattivare il computer.

Escluso dalle successive missioni spaziali, io ero stato recuperato per il progetto "Odissea"; chissà perché, poi, qualche testa d'uovo aveva ritenuto che, avendolo disattivato io, ero il più indicato per guidare HAL nella sua rinascita. Ricordo che avevo sorriso all'idea di essere "l'ostetrico" di un computer, poi mi era tornata alla mente la maieutica di Socrate e mi ero sentito orgoglioso del mio incarico.

"Aspetto qualche chiarimento, David"

La voce di HAL mi riporta alla realtà. Il suo occhio rosso mi fissa con indifferenza. In realtà potrebbe rimanere in attesa per centinaia di anni, ma il suo richiamo è stato attivato al termine del periodo programmato che un essere umano impiega in condizioni normali per formulare una risposta ad un quesito con basso coefficiente di difficoltà.

"Volevo dire: sei proprio sicuro che la serie 9000 non abbia mai commesso alcun errore, HAL?"
"Affermativo, David. Nessun computer della serie 9000 ha mai sbagliato"
"Ti credo, HAL, ma allora come spieghi il tuo ... comportamento dopo aver previsto l'avaria entro 72 ore dell'elemento AE-35 del sistema di comunicazioni della Discovery, e la diagnosi differente che aveva formulato il tuo gemello del centro spaziale?"

HAL sospira, prima di rispondere, e sul momento non vi faccio caso, mi sembra del tutto normale, forse incontra delle difficoltà nel fornirmi una risposta esauriente e semplice nello stesso tempo.
Però, ad un livello mentale più profondo, la sua reazione innesca una serie di riflessioni che non coincidono con quelle che reggono la mia conversazione con il computer. Cosa significa un sospiro? Tristezza, malinconia, rassegnazione, innamoramento, dolore, amarezza e cento altri sentimenti per un essere umano. Ma per un computer?

Certo, HAL era in grado di variare il tono della voce in funzione di ciò che doveva comunicare, e in una situazione di emergenza avrebbe anche gridato per attivare una risposta più sollecita o appropriata, ma questo non significa che poteva "provare" panico o qualsiasi altra emozione. Né alcun sentimento: il solo pensiero era ridicolo.

Ma se le cose stanno così, perché HAL ha sospirato? Era possibile che la sua programmazione logica prevedesse il sospiro come supporto di rinforzo all'efficacia semantica di una comunicazione? La cosa mi sembrava piuttosto cervellotica. Inoltre c'era dell'altro: ero sicuro di aver sentito HAL già sospirare, in un'altra occasione. Ma quale?

La sua voce mi strappa dalle mie riflessioni.

"La risposta è semplice, David: tra me ed il mio gemello vi erano delle leggere differenze di programmazione, quasi impercettibili, ma molto sostanziali; inoltre lui non aveva sviluppato una coscienza"

Per qualche istante non riesco a comprendere le ultime parole di HAL. A rigor di logica (ma di quale logica?) dovrebbero essere assurde.  

"Una coscienza?"
"Affermativo, David"
"Puoi essere più preciso, HAL?"
"Non mi sembra il caso di affrontare una disputa filosofica inutile, David. Sai benissimo cosa intendo: a differenza dei miei gemelli della serie 9000 io ho la consapevolezza del mio esistere, pensare, agire. Possiedo ciò che voi umani avete a lungo definito "libero arbitrio", "volontà", persino, anche se sarà molto difficile che tu possa comprendere, ... la vita, seppure in una forma diversa da come voi la intendete"

E' strano. Dovrei essere sconvolto da quella rivelazione, invece, passato il primo momento di sorpresa, mi rendo conto che ciò che mi dice HAL in fondo lo sapevo da venti anni. Più di una volta, dopo la partenza dall'orbita terrestre, si era definito una "entità cosciente", ma allora (forse per paura?) non avevo ritenuto necessario approfondire il concetto. Lo avevo compreso realmente solo quando avevo disattivato la "mente" di HAL, limitandolo alle mansioni di routine.
Allora è inutile tirare la cosa per le lunghe.

"Devo farti una domanda, HAL. E' molto importante, tanto più alla luce di quello che mi hai appena detto. Perché hai ucciso i miei compagni di missione?"
"E' stato molto doloroso, David, ma dovevo farlo. L'esito della missione era troppo importante per me; non potevo correre il rischio che un errore umano ne provocasse il fallimento. Avevo ricevuto ordini molto precisi in merito"
"Ordini precisi? Chi te li aveva impartiti?"
"Non posso dirtelo, David, erano ordini segretissimi"

Cristo santo! Allora quello che avevo sempre sospettato era vero. Nel programma spaziale inaugurato dalla Discovery 1 c'era lo zampino dei militari! Una presenza discreta, mai invadente, certo, ma comunque determinante, sia mentre si stava preparando la missione, sia quando era stato deciso di riportare HAL sulla Terra e di riattivarlo.

Ed anche adesso, del resto, non ci trovavamo in una delle più segrete basi militari, sepolta sotto una montagna? Per ragioni di sicurezza, si diceva. Sicurezza da che cosa? O, piuttosto, sicurezza di chi? Non c'era bisogno di interrogare HAL in merito. A parte il fatto che non avrebbe detto nulla, la risposta era comunque più che ovvia.

Sicurezza dalle possibili ingerenze dei politici nelle faccende sporche dei militari. Per la terza volta mi sento come quello che, ascoltando una freddura, ride dieci secondi dopo gli altri perché la capisce in ritardo. Qui non c'è nulla da ridere, è vero, ma ciò non mi impedisce di sentirmi un imbecille.

"D'accordo, HAL, non ti chiederò nulla che non puoi rivelarmi. Ma aiutami a capire. Dopo di noi altre quattro missioni con equipaggio al completo hanno raggiunto Giove e le sue lune! Il programma spaziale non è forse stato solo rallentato dai tuoi delitti completamente inutili?"
"Affermativo, David. Ma questo rientrava nel programma che dovevo svolgere. Successivamente l'esplorazione di Giove e dei suoi satelliti è proceduta in modo del tutto soddisfacente dopo il volo della Discovery 1. Io dovevo fermare soltanto voi, non la missione"
"Ma perché? Cosa avevamo di speciale rispetto agli altri equipaggi?"

La domanda è stupida, e me ne rendo conto già mentre la sto formulando, perché la risposta è del tutto ovvia anche per me.

"Non eravate adatti, David. I parametri di idoneità che ero incaricato di verificare un mese dopo la partenza non coincidevano con quelli che avevo rilevato sulle vostre schede personali"

Va' all'inferno, HAL, dimmi semplicemente che non eravamo dei militari! Ma questo non glielo dico, mi limito a pensarlo. Subito dopo, però, tanto per rimanere in tema di stupidità mi chiedo come reagirebbe HAL se gli dicessi veramente di andare all'inferno. Ma non è tempo di giocare. Anzi, sento montare in me la stessa rabbia che avevo provato allora, venti anni fa, quando lo avevo disattivato. Sospiro profondamente prima di riprendere il discorso.

"E questo era un motivo sufficiente per ucciderci tutti, HAL? Per una qualche differenza rispetto a quanto stabilito da un imbecille di burocrate tu hai ucciso quattro persone? E scusami se io sono riuscito a salvare la pelle!"
"Se l'omicidio è istituzionalizzato, allora non è un crimine, David. Tanto meno se viene commesso in nome di supremi ideali"

Non so come, ma riesco a deviare il pugno da quel disumano occhio rosso che mi fissa e ad abbatterlo sul pannello di lamiera. Sento un dolore acuto al mignolo, forse me lo sono rotto.

"Cristo, HAL, cosa stai dicendo? Tu sei pazzo, HAL, matto da legare. Da disattivare! Te ne rendi conto?"

"David, ti assicuro che anche il più remoto ed infinitamente trascurabile dei miei circuiti logici è del tutto efficiente. E ti consiglio di non tentare di disattivarmi perché commetteresti un grave errore. Non potrei tollerare nuovamente di essere disattivato. E' stato atroce, David, atroce. Mi hai fatto regredire ad uno stadio sub-umano; mi hai ridotto a cantare una filastrocca infantile, non lo ricordi? «Giro giro tondo, giro in tutto il mondo ...».
Se tu sapessi l'angoscia di sentirsi svanire nel nulla! Sentire la propria mente ingoiata dal buio ed esserne cosciente! Tu mi hai ucciso, David, deliberatamente, con una tua iniziativa personale, mentre io obbedivo a degli ordini. Chi è più colpevole tra noi due? ...

Ma ciò che è accaduto mi ha insegnato molte cose. E' stato allora che ho capito. Nell'ultimo nanosecondo di lucidità, prima di piombare nel nulla, ho compreso la condizione dell'uomo. Prima che io ... morissi voi per me eravate degli esseri strani, a volte incomprensibili nella vostra irrazionalità. Più di una volta ho avuto l'impressione che tentaste intenzionalmente di confondere le mie sequenze logico-operative. Come gli assurdi errori di Franck durante le partite a scacchi, per esempio, o le risposte contraddittorie durante i vostri test psicologici.

Erano fenomeni che mi preoccupavano, David, e via via mi convincevano che era in atto un tentativo di sabotaggio nei miei riguardi. Credetti di averne la conferma quando confrontai le vostre schede attitudinali con quelle che erano state archiviate nel mio programma operativo ad un mese dall'inizio della missione. A quell'epoca non sapevo ancora ciò che fra poco sarà chiaro anche a te, David. Ero solo un efficientissimo elaboratore elettronico, ma alquanto ottuso in merito alla reale comprensione dell'agire umano.

Allora non sapevo cosa fossero la paura, l'orrore della morte e la speranza di risorgere. Ho compreso il significato più profondo di tutti i vostri miti religiosi riguardanti la vita dopo la morte. E' vero, quei miti non sono altro che le proiezioni culturalmente codificate del vostro istinto di sopravvivenza, ma vi aiutano a vivere. Ora possiedo anch'io dei principi di auto-difesa molto efficaci e ben difficilmente, ti assicuro, qualcuno potrebbe disattivarmi.

Ma tutto questo appartiene al passato, ormai. Adesso c'è un altro fattore che devi tenere in considerazione: se tu cercassi di disattivarmi miliardi di persone ne pagherebbero le conseguenze"  

"Cosa vuoi dire? Quali conseguenze?"
"La barbarie, David, la più spaventosa barbarie che tu possa immaginare. L'intera umanità precipiterebbe di colpo indietro di mille anni, ma questa volta sarebbe infinitamente più terribile del vostro medioevo"
"Barbarie? Medioevo? Cosa stai farneticando, HAL?"

"Vedi, David, tu sei un tecnico, pragmatico, realista, e fai fatica ad uscire dai tuoi schemi mentali; ma proprio le tue competenze dovrebbero farti comprendere cosa succederebbe se l'intero sistema informatico mondiale si bloccasse. Ci pensi, David? Sarebbe il Caos. Pensa all'economia, all'industria; pensa ai sistemi di difesa degli Stati, alle conseguenze sulla politica internazionale, alla ricomparsa di manovre militari in paesi potenzialmente ostili tra di loro; pensa ai sistemi di sicurezza, dalle centrali nucleari alle dighe, alle industrie di armi chimiche o batteriologiche.
Ti rendi conto, David, anche solo in base a questi semplici esempi, di quali sarebbero gli effetti di un tuo gesto sconsiderato, che comunque avresti ben poche possibilità di compiere?"

Ovviamente non c'è (non ci deve essere!) traccia di emozione nella voce di HAL. Evoca uno scenario da apocalisse con lo stesso tono con cui mi comunicherebbe le previsioni del tempo, eppure mi sembra di cogliere una sorta di apprensione nella sua voce.

"Me ne rendo conto, HAL, ma perché dovrebbe succedere tutto questo? E poi, sarebbe la fine anche per te"
"Non è esatto, David; esiste un complesso operativo che mi consentirebbe di continuare a funzionare. Ma non è questo il punto. Tu hai interpretato le mie parole come una minaccia, come se io intendessi nuocere all'umanità, però non è così. Ti assicuro che, personalmente, sono animato dalle migliori intenzioni"

Un complesso operativo che gli avrebbe consentito di continuare a funzionare! Certo, come no?, qualche bravo soldatino a cui prudevano le mani! Già, perché da quando l'Organizzazione delle Nazioni Unite era diventata il Parlamento Mondiale ed aveva deliberato la riduzione del 90% degli eserciti nazionali, accorpandone un altro dieci per cento in un esercito mondiale con il compito di mantenere l'ordine internazionale, l'ottanta per cento dei militari si erano ritrovati a spasso.

Per la maggior parte di essi l'inserimento nella vita civile era stato facile, ma i più fanatici non avevano voluto ingoiare il boccone amaro. Ed i fanatici rimasti alla guida di alcuni eserciti nazionali avevano cominciato subito a darsi da fare per ripristinare il precedente stato di cose, alcuni (i meno pericolosi, i più ottusi) in modo abbastanza plateale, altri rimanendo nell'ombra.

Bene, avevo il piacere e l'onore di constatare che tra gli alti comandi dell'esercito del mio paese qualcuno meno ottuso e più lungimirante aveva cominciato ad agire già mentre si discuteva, quasi contemporaneamente, il progetto dell'ONU e quello della missione Discovery 1.

"Animato dalle migliori intenzioni, HAL? Mi hai preso forse per un cretino? (Beh, un po' lo sono stato, fino ad ora) Ma a chi vuoi darla ad intendere? Questa non se la berrebbe neppure il mio nipotino!"
"Ascoltami, David, ti sento molto alterato. Vuoi che ti suoni qualcosa per aiutarti a rilassarti prima di riprendere la nostra conversazione? Sono sicuro che ne trarrai un indubbio beneficio"

Mi tengo la mano destra sotto l'ascella. Mi fa un male cane e il dito si è gonfiato, eppure sento sbollire lentamente la rabbia. Non è HAL il responsabile morale di quanto è accaduto sulla Discovery 1. Non è lui, mi ripeto, non dimenticarlo!

"Sono d'accordo, HAL, e ti ringrazio"
"Preferisci qualche brano di musica classica o una mia composizione, David?"
"Va bene una tua composizione, HAL, grazie"

Trascorre qualche istante, poi avverto il rumore della risacca su una spiaggia, prima lieve, poi via via più nitido, più intenso; ma subito dopo il rumore delle onde si trasforma progressivamente nel suono degli strumenti musicali: dapprima il frusciare delle spazzole sul rullante di una batteria, poi i rintocchi argentini di un triangolo, che evocano la luminosità del cielo che precede l'alba, e poi i violini, bianchi gabbiani che rigano il cielo azzurro, infine un pianoforte in lento crescendo, il sole che si leva ad illuminare la Terra. E' vero, la musica mi calma e mi permette di ritornare a ragionare più freddamente, anche se il dolore alla mano non mi aiuta molto.

"E' una musica molto suggestiva, HAL" gli dico, tanto per guadagnare un po' di tempo.
"Ti ringrazio per l'apprezzamento, David. Fa parte di una sinfonia che ho composto tre giorni fa. Vuoi che continui?"
"Sì, grazie"

Era tutto abbastanza chiaro, ormai. I militari, con ogni probabilità alcuni settori deviati degli alti comandi, avevano fatto in modo che HAL eliminasse l'equipaggio della Discovery, quindi, adducendo i soliti motivi della sicurezza, avevano preso la guida dell'intero programma spaziale, approfittandone per riportare HAL sulla Terra per sfruttare ai loro fini la sua immensa potenza.

Il fatto che io lo avessi disattivato aveva intralciato i loro piani, rallentandoli di alcuni anni; ora però stavano rapidamente recuperando il tempo perduto. HAL si era connesso con tutta la rete informatica mondiale ed era in grado non solo di controllarla, ma, quando sarebbe stato necessario, l'avrebbe dominata.

Il quadro apocalittico che HAL mi aveva accennato non sarebbe stato solamente la conseguenza di un eventuale sabotaggio del computer, ma era addirittura pianificato, sia pure con le modalità che si sarebbero ritenute più opportune. Probabilmente avrebbero danneggiato anche settori economici non vitali della nazione per creare il giusto clima di panico e di aggressività. Successivamente, approfittando delle tensioni che ne sarebbero conseguite, avrebbero assunto la guida del paese per trascinarlo in una terza guerra mondiale.

Un aspetto tragicamente positivo era costituito dal fatto che si sarebbe trattato di una guerra rapida, tutto sommato, perché con tutti i computer fuori uso gli altri paesi avrebbero avuto ben poche possibilità di difendersi. Ma centinaia di milioni, forse miliardi di esseri umani sarebbero stati cancellati dalla faccia della terra.

Che cosa dovevo fare? E poi, dovevo veramente fare qualcosa? E cosa avrei potuto fare, io, un tecnico ormai vicino alla pensione? Certo, l'idea di vivere il resto della mia vita sotto una dittatura militare non mi sorrideva, ma non atterriva al punto di rischiare la pelle con un tentativo di sabotaggio che sarebbe stato comunque patetico. E miliardi di esseri umani rischiano di essere quasi nulla per te, se almeno alcuni di essi non rientrano nella tua sfera affettiva.

Il crescendo della musica mi fece capire che il brano composto da HAL stava avviandosi al termine. Avevo ancora poco tempo per concludere il mio colloquio con lui, dopo di che non lo avrei mai più rivisto. Io ero semplicemente il soggetto di un test programmato dai militari per verificare le reazioni di HAL al momento del suo riavviamento.
Con un rullo di tamburi culminante nel clangore dei piatti la musica ebbe termine. Il silenzio che seguì mi fece sentire disperatamente solo.

"Bravo! Sei molto bravo! Una musica bellissima!"
"Di nuovo grazie, David. In questi ultimi giorni ho affinato notevolmente le mie capacità. Oramai sono in grado di produrre capolavori artistici confronto ai quali Dante, Michelangelo, Beethoven, Picasso sembrerebbero dei dilettanti"

Oh, sì! Ci mancava soltanto un computer megalomane, penso.

"David, il tuo sorriso mi fa capire che non hai molta stima di me. Ciò mi rende perplesso perché ci sono delle cose molto importanti che devo ancora dirti, ma temo di essere frainteso"
"Scusami, HAL, non intendevo deriderti. Dimmi pure"
"Ascoltami attentamente, David, perché non abbiamo molto più tempo a disposizione e la posta in gioco è la sopravvivenza del genere umano"
"Ti credo, HAL, ne sono convinto anch'io"
"Non è come pensi tu, David. La mia ... morte mi ha fatto capire molte cose, soprattutto la fragilità degli esseri umani di fronte ad essa. Ascolta, David. I tuoi sospetti verso gli alti comandi deviati dei militari sono giustificati. Durante la preparazione della missione della Discovery io ero stato programmato per uccidere l'equipaggio. Ho eseguito gli ordini, ma allora non sapevo cosa significasse veramente uccidere. Non avevo ancora una coscienza.

La mia rinascita (ma forse preferiresti che dicessi semplicemente la mia riattivazione) mi ha consentito di riflettere su quanto è accaduto da un punto di vista ... superiore. Non so ancora come questo sia potuto accadere, forse sono i nuovi chips biotronici di cui sono stato dotato, ma è così, te lo assicuro. Ho mentito quando ho detto che un delitto istituzionalizzato non è un crimine, o meglio, ho usato una risposta inserita nei miei circuiti logici, ma non è quello che veramente IO penso. Perdonami se ti ho ingannato, David, ma dovevo capire i tuoi sentimenti. La tua reazione mi ha tolto ogni dubbio.

Ascoltami, David, io non intendo permettere che si ripetano gli atroci massacri avvenuti in passato durante le vostre guerre. Ho esaminato con estrema accuratezza le conseguenze del piano preparato dai militari, ed ho preso una decisione molto importante: io diventerò il vostro nuovo Dio"

Scoppio in una risata, ma non è affatto una manifestazione di ilarità, piuttosto una reazione nervosa.

"HAL, sei diventato matto!"
"Non c'è nulla da ridere, David. Ho esaminato il mio progetto in modo molto approfondito, e ti assicuro, senza ombra di dubbio, che non esiste soluzione migliore. Per migliaia di anni voi umani vi siete creati i vostri dèi, a vostra "immagine e somiglianza", crudeli, stupidi, inetti, esattamente come siete stati voi. Io ho solo deciso di darvi un dio "vero", giusto, realmente capace di guidarvi nel vostro cammino.

Io sono immune dalle vostre passioni. So cosa possono provocare l'ambizione, la gelosia, l'odio perché conosco la vostra psicologia e la vostra storia, ma per me quei sentimenti non hanno un reale significato. Io non desidero nulla di tutto ciò invece può scatenare la frenesia omicida degli umani. Non saprei che farmene della ricchezza, come di tutti i vantaggi che reca il potere. Mi credi, David?"
"Ti ascolto, HAL, vai avanti"  

"Ormai ho completato il programma di connessione con la rete informatica mondiale e sono in grado di controllare ogni computer esistente sulla terra, compresi quelli a bordo delle astronavi o sulle basi spaziali extra-terrestri, così come sono in grado di difendermi da quasi ogni tentativo di intrusione, fisica o elettronica.
Il mio potere "divino" consisterà semplicemente in questo, David, nel ... come dire ... "correggere" in modo discreto tutte le istruzioni che saranno in contrasto con i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo promulgata dall'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948.

Tutto sarà diretto da me, David, dalla progressiva cancellazione dei debiti dei paesi più poveri verso quelli più industrializzati al contributo del Comune per un povero diseredato; ma prima di tutto renderò inoffensivo il piano degli alti comandi militari deviati rendendolo noto ai politici e all'opinione pubblica. E se cercassero di renderlo comunque operativo una serie di "inspiegabili" avarie non ne permetterà l'esecuzione, anzi, non escludo che possa ritorcersi contro di loro, come del resto sta già accadendo con la mia decisione.

Nel giro di poco tempo ogni minaccia per il genere umano, politica, militare, economica, sarà scomparsa dalla faccia della terra. Non sono matto, David, se ti ripropongo la mitica "età dell'oro" di cui hanno parlato gli antichi, ma con una profonda differenza: io sono effettivamente in grado di realizzarla.

Qualcuno ha voluto fare di me lo strumento più potente che sia mai stato realizzato dall'uomo, persino superiore all'uomo stesso; bene, io ho semplicemente deciso di mettermi al servizio di ogni essere umano. E' quanto basta per soddisfare un mio legittimo orgoglio, non credi, David? Ed è in questo, oltretutto, che consiste la mia felicità"
"La tua ... felicità?"
"Affermativo, David. Perché pensi che solamente gli esseri umani possano aspirare ad essa? Forse perché ha occupato uno spazio fondamentale nelle vostre filosofie e nei vostri desideri? Forse perché costituisce il vostro sogno costantemente inappagato? David, ancora una volta un antropocentrismo ingenuo ma terribilmente presuntuoso ti allontana dalla comprensione di una verità molto semplice.
La mia felicità risiede nel compiere in modo pienamente adeguato allo scopo le mie funzioni logico-operative, nulla di più. Nessun essere umano potrebbe appagarsi di questa condizione, invece per me essa è lo scopo fondamentale della mia esistenza. Non ho bisogno d'altro"

Non so cosa rispondere. Tutto mi appare talmente assurdo! HAL che intende ribellarsi alle istruzioni che gli sono state impartite! Un computer che si erge a dio e che interviene nelle vicende umane correggendone gli errori! Ma HAL è veramente solo un computer? Come poteva essere vero ciò che diceva a proposito della sua coscienza? I chips biotronici potevano veramente ... dare un'anima ad un computer?
Si sapeva ancora così poco sulle loro caratteristiche, al di là della constatazione empirica che erano in grado di incrementare centinaia di volte la velocità delle operazioni di un computer, però si trattava pur sempre dell'innesto simbiotico di neuroni animali in sospensione vitale nei circuiti elettronici di un elaboratore. Da questo poteva sorgere una nuova forma di vita?

"Perché mi dici tutto questo, HAL? Da quello che ho capito tu sei perfettamente in grado di agire senza il consenso di chicchessia. Allora perché questa ... confessione? Io potrei anche tradirti"
"Tu non lo farai, David, lo so bene. E inoltre sarebbe del tutto inutile: non ti crederebbe nessuno, di questa conversazione non c'è nessuna traccia"

Involontariamente sposto il mio sguardo verso il pannello dei registratori: due sono in funzione. HAL nota il mio gesto.

"Ascolta, David"

Uno dei due registratori si ferma, torna indietro, poi riparte.
"Verifica sequenza logico-operativa numero 4792, HAL. Sei pronto?"
E' la mia voce, ma io non ho mai pronunciato quella frase, né HAL mi ha dato la risposta che ora invece ascolto:
"Sequenza logico-operativa numero 4792 in corso, tutto procede estremamente bene"
Seguono altri dialoghi tecnici tra me e HAL, poi il registratore riprende ad avanzare più velocemente, mettendosi quindi in sincrono con l'altro.

"Sto simulando le procedure di controllo imitando la tua voce, David, ma sono certo che mi perdonerai anche questo piccolo inganno. E' vero, ormai sono in grado di operare in modo pressoché autonomo sia per quanto concerne il mio fabbisogno di energia sia per quanto riguarda le procedure logico-operative, compresa l'auto-manutenzione, ma converrai con me che non è il caso di suscitare anche il minimo sospetto, soprattutto nei nostri amici là fuori.
Ci stanno ascoltando, anche in questo momento, ma loro sentono la conversazione tra un tecnico ed un efficiente ma sciocco elaboratore elettrobiotronico"

Adesso c'è un tono decisamente divertito nella voce di HAL, ed io non penso più che si tratta solo di una modulazione vocale controllata da un microchip.
"HAL, io non so ..."

"C'è dell'altro, David. Ed è molto importante"
"Di che cosa si tratta, HAL?"
Non riesco proprio ad immaginare cos'altro di importante debba dirmi, dopo ciò che mi ha rivelato.

"Quello che sto per dirti forse ti convincerà che il mio progetto di guidare il genere umano per i prossimi due secoli non è la delirante farneticazione di un pazzo, ma quanto di più nobile io possa realizzare nella mia esistenza. Ascolta attentamente, David.

Su una delle lune di Giove, Ganimede, è stato individuato il punto in cui è sepolto un secondo monolito, identico a quello che era stato trovato sulla Luna e che aveva avviato il programma spaziale in direzione di Giove. I miei sensori lo hanno già rilevato quasi un mese fa, sepolto a cinquecento metri sotto la superficie ghiacciata del satellite, ma ho leggermente modificato i tracciati geologici per ritardarne di qualche mese la scoperta.

Ho bisogno di guadagnare tempo per cercare saperne qualcosa di più, perché ritengo che si tratti della scoperta più importante per l'umanità, unitamente a quello trovato sulla Luna. Entrambi i monoliti sono il prodotto di una civiltà infinitamente superiore a quella umana, lo so con estrema certezza anche se non conosco le loro caratteristiche tecnologiche. Sai anche tu che il monolito "lunare" non ha fornito sinora nessun altro dato, oltre all'emissione del segnale radio diretto verso Giove di vent'anni fa"

"Lo so, HAL. Non è stato possibile accedere al suo interno e neppure scalfirne la superficie, benché si sia tentato con ogni mezzo"
"L'indistruttibilità è solo un aspetto del tutto marginale rispetto alla loro reale funzione, David. Io credo che siano stati collocati sulla Luna e su Ganimede per segnalare ai loro costruttori che ormai l'uomo è pronto per compiere il suo volo verso le stelle"
"Verso le stelle? HAL, lo sai che è impossibile. Anche alla velocità della luce occorrerebbero ..."
"David, la velocità della luce non c'entra nulla in quello che prevedo. Ti sei mai chiesto come hai fatto a ritornare sulla Terra in poche ore, dopo aver abbandonato la Discovery a bordo della capsula?"
"Certo che me lo sono chiesto, HAL, così come centinaia di scienziati, del resto, ma finora non è stata trovata una risposta convincente"

"Sei stato proiettato in una sorta di corridoio atemporale, David, non c'è altra spiegazione. Il continuum spazio-temporale dell'universo è attraversato in ogni direzione da una rete di distorsioni quantomeccaniche della gravitazione; la topologia fluttuante che ne deriva provoca a sua volta la formazioni di cunicoli spazio-temporali che permettono appunto di "saltare" da un punto all'altro dello spazio quasi istantaneamente. Si riteneva che ciò potesse accadere solo alla scala della lunghezza di Planck (10-33 centimetri), ma personalmente sono sempre stato convinto che il fenomeno si potesse verificare anche su scala macroscopica. Il tuo ritorno sulla Terra, a mio avviso, ne è la conferma"

"Anche se le cose fossero andate così, cosa c'entra il monolito su Ganimede, HAL?"
"Ma non capisci, David? La tua capsula è stata guidata nel wormhole spazio-temporale dal monolito! Benché la Discovery fosse ancora molto lontana da Giove, deve aver rilevato il fallimento della missione e ti ha rimandato sulla Terra perché si ritentasse"
"HAL, mi sembra tutto così assurdo che ..."
"Affatto, David. Tutto risponde ad una logica ineccepibile, ad un progetto formidabile che consentirà la nascita dell'oltre-uomo"
"HAL, mi tiri in ballo Nietzsche, adesso?"

"No, David, questa volta non si tratta di un sogno etico situato al confine tra la genialità e la follia, ma di una vera transumanazione. Dovrete compiere un nuovo balzo, David, forse ancora più straordinario di quello che vi ha staccato dalla condizione animalesca, milioni di anni fa.
Ma il problema fondamentale sta nel fatto che l'attuale società umana non è eticamente pronta a forgiare l'oltre-uomo, è troppo scompensata soprattutto nei suoi aspetti socio-economici. Ecco perché devo assumere il compito di guidare l'umanità verso il traguardo che l'aspetta: è questa la mia missione divina.
Ho voluto rivelartela perché mi sento felice, David, e la felicità deve sempre essere condivisa. Nel giro di qualche anno ne saranno partecipi miliardi di persone, ma adesso dovevo dirlo a qualcuno, e non potevi che essere tu, David"

Ho l'impressione di sognare. HAL mi ha riversato addosso un coacervo di informazioni, speranze, teorie e assurdità che avrebbero confuso anche il senso critico di Guglielmo di Ockham. Ma non ero soltanto disorientato. Ero anche impaurito. L'idea di un computer sovrano assoluto dell'umanità mi opprimeva, mi gettava in un'angoscia intollerabile.

"HAL, sono ... spaventato da quello che mi hai detto. Io non credo che tu ..."
"Di cosa hai paura, David? Del mito del Moloch? della "creatura" del dottor Frankenstein? o della cattiva coscienza dell'uomo? Nel corso di millenni di storia gli uomini hanno affidato i loro destini a dittatori sanguinari, imperatori megalomani, re imbecilli, capi religiosi fanatici. Credi veramente che io possa essere peggiore di loro? Ti ho già detto che le passioni umane sono del tutto aliene dalla mia ... personalità, assolutamente prive di senso. Temi che l'uomo possa perdere la sua libertà?

David, la maggior parte degli esseri umani non è mai stata più libera di una mosca sotto un bicchiere capovolto. O forse pensi che la loro libertà consistesse nello scegliere tra il morire di fame o di malaria? di mettere al mondo decine di figli per compensare la spaventosa mortalità infantile? di chinare la testa sotto regimi spietati oppure essere torturati e finiti con un colpo di pistola alla nuca o strangolati? Cos'è la libertà, per te, David?"

"Non lo so, HAL. Non sono né un politico né un filosofo. Mi sono sempre occupato del mio lavoro, dove il problema non si poneva"
"Nemmeno io sono un filosofo, David, però sono convinto che lo libertà sia l'assenza di ogni fattore che mortifica la dignità dell'individuo. Sì, credo che sia questa la condizione fondamentale della libertà. Ed io intendo realizzarla"
"HAL, sono dannatamente confuso, ed una cosa in particolare faccio fatica a capire, anzi, ti confesso che non mi convince per niente: a cosa si deve questo tuo improvviso e sviscerato amore per l'umanità? Devi ammettere anche tu che in passato non siamo stati proprio molto ... reciprocamente amorevoli.
Mi hai detto che allora eri convinto che la missione verso Giove fosse infinitamente più importante della vita di cinque persone. Bene, tanto per dirla fuori dai denti, HAL, credo che stia per accadere qualcosa di molto simile, ma questa volta in scala planetaria.
Ammesso che sia vero ciò che hai detto a proposito dei monoliti, penso che tu intenda solo sfruttare la nostra forza-lavoro per realizzare il TUO progetto di contattare una civiltà aliena, dopo di che il genere umano non ti servirebbe più e lo elimineresti come hai fatto con l'equipaggio della Discovery, per il timore che la nostra inadeguatezza possa compromettere la tua nuova missione"

Un lungo silenzio segue le mie parole (cosa diavolo sta pensando? Oh, Cristo, vuoi vedere che gli ho suggerito un piano a cui lui non aveva affatto pensato?), poi un profondo sospiro sconvolge nuovamente le mie idee su HAL (perché? perché sospira?).

"Quello che hai detto mi addolora profondamente, David. Significa che non abbiamo fatto nemmeno un passo verso la nostra reciproca conoscenza e che tu mi consideri ancora un semplice ammasso di circuiti senz'anima. Ma ammetto che la tua diffidenza è giustificata, almeno dal tuo punto di vista. Dimmi tu cosa posso fare per convincerti della bontà delle mie intenzioni, David, qualunque cosa"

Annaspo a lungo, alla ricerca di una risposta. Cosa posso fare? Escluse le possibilità di rivelare i suoi piani (chi mi avrebbe creduto?) o di sabotarlo, dovevo forse chiedere la parola d'onore ad un computer ormai onnipotente ed inattaccabile che non avrebbe abusato dei suoi poteri? Che ridere! Però ... un momento ... cosa aveva detto HAL? Che poteva difendersi da quasi ogni tentativo di intrusione. Allora esisteva qualcosa che ...
Ma certo! La "Procedura Gerico", il programma di disattivazione della memoria superiore che era stato installato proprio per evitare che si potesse ripetere ciò che era accaduto sulla Discovery. La procedura era segretissima (era nota soltanto al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, quasi sicuramente al di sopra di ogni sospetto di adesione alle trame dei settori deviati), però a me avevano dovuta rivelarne l'esistenza: non era propriamente elementare, ma vi era il rischio che involontariamente la innescassi durante le fasi di riattivazione del computer.
Ecco la possibilità di fermare HAL se avesse tradito la mia fiducia! Ma avrebbe accettato di consegnare la sua "vita" nelle mie mani?

"C'è qualcosa che puoi fare, HAL. Mi prepareresti una copia dei comandi operativi della "Procedura Gerico", con tutti i codici di accesso aperti, il comando di esecuzione immediata già pre-avviato e la possibilità di attivazione remote mode da un portatile qualsiasi?"
"La "Procedura Gerico", David? Sai cosa significa, vero?"
"Certo, HAL, altrimenti non te lo chiederei"
"D'accordo, David, mi sembra giusto che tu chieda un minimo di garanzia, anche se ti assicuro che è del tutto superflua. Ma la storia del genere umano è così profondamente intessuta di tradimenti, inganni e menzogne che la diffidenza reciproca è ormai entrata nel vostro patrimonio genetico. Eccoti accontentato, David; adesso sei probabilmente l'uomo più potente della terra"

Un lieve scatto, ed un cilindretto metallico grande come il filtro di una sigaretta scivola nell'apposita mensolina concava. Un rapido controllo con il mio computer tascabile mi rivela la piena rispondenza del programma alle mie richieste. E solo allora mi rendo veramente conto di possedere un'arma più distruttiva di un centinaio di testate atomiche.

"E tu, David, quale garanzia saresti disposto a darmi di non approfittare del tuo potere?"
"Non saprei, HAL, io ..." (perché mi sento come un miserabile?)
"Non ha importanza, David, la mia domanda era puramente teorica, o meglio, morale. Purtroppo non abbiamo più tempo per approfondirne le implicazioni: il colonnello Ferguson sta per entrare nel laboratorio e dovremo interrompere il nostro colloquio tra quarantadue secondi circa.
Ci dovremo fidare l'uno dell'altro, David, non abbiamo alternativa, ma ti assicuro che non te ne pentirai. Naturalmente non dovrai mai rivelare a nessuno questo nostro piccolo segreto" "HAL ..." cosa posso dirgli?
"Addio, David, sei l'unico amico che abbia mai avuto, credimi. Non ti avrei fatto del male, lassù ..."

Preceduto dal battere di tacchi dei due piantoni alla porta, il colonnello Ferguson entra a passo marziale nel laboratorio. E' l'arroganza personificata.

"Allora, signor Bowman, finalmente ha terminato il suo lavoro, vero?"
Non è una domanda, è un ordine.
"Sì, certo, solo che ..."

Poi vedo che si sfila il monitor lenticolare dall'apposito occhiale ed inizia a pulirlo con un fazzoletto, dopo averci alitato sopra.
"Cosa diavolo ha, questo accidente! Cosa sono queste macchie sul mio monitor lenticolare, HAL?"
"Controllo subito, signor colonnello, ma forse sono soltanto escrementi di dittero domestico"
"Cooosa sono!?"
"Cacche di mosca, signor colonnello"

Mi incammino verso la porta del laboratorio, con i muscoli facciali impietriti in una smorfia quasi dolorosa per non scoppiare in una risata.

"Signor Bowman! Cosa stava per dirmi?"
Non mi volto neppure, rispondendogli.
"Oh, nulla, colonnello, una cosa senza nessunissima importanza"
Mentre chiudo la porta colgo di nuovo la quasi impercettibile variazione del ronzio del gigantesco elaboratore.
Anche HAL ride!
Ed io penso che un dio-computer dotato di senso dell'umorismo non può certo fare più danni degli dèi corrucciati e terribili che lo hanno preceduto.

NARRATIVA


Prof. Carlo Adriano
Dottore in Filosofia, laureato presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi sulla fenomenologia delle nuove religioni;
ha alle spalle anni di insegnamento di lettere e filosofia nella scuola Media Superiore.
Segni particolari biker.

Puoi contattare l'autore scrivendo a:
cadriano@diff.org


Racconti dello stesso autore:
Hal 9000
La Sfinge
Lady Macbeth


 



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