L'era Post-Microsoft di Jon Katz
tradotto in italiano da Roberto Rosselli Del Turco
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Judge Jackson's Third Finding Of Fact: 'Attraverso la sua condotta nei confronti di Netscape, I.B.M., Compaq, Intel e altri, la Microsoft ha dimostrato che intende usare il suo prodigioso potere di mercato e i suoi immensi profitti per danneggiare qualsiasi società che intenda perseguire iniziative che potrebbero intensificare la concorrenza con uno dei prodotti principali della Microsoft. Il successo che la Microsoft ha avuto in passato nel colpire tali società e nel soffocare le innovazioni scoraggia gli investimenti in tecnologie e imprese commerciali che mostrano il potenziale di minacciare la Microsoft. '
Tuttavia, sarebbe prematuro abbandonarsi a una eccessiva euforia. Le preoccupazioni riguardo la possibilità che il mercato stesso avrebbe dovuto poter esprimere i propri 'findings of fact' sono inquietanti.
Se la crescita esplosiva dell'informatica di rete - l'ascesa del PC, della Rete, del Web, del commercio elettronico - ha provato qualcosa riguardo il governo, è che la vera innovazione ha luogo ben lontano da legislatori, burocrati, avvocati e politici. All'inizio Internet è nata grazie a ricerche finanziate dal governo, ma ha iniziato a crescere una volta che il governo si è levato di mezzo.
Quando si tratta della Rete, il Congresso sembra impegnato a legiferare assurdità. Non ha mai mostrato la minima inclinazione a valutare in maniera intelligente i molti problemi importanti dovuti alla rapida crescita della Rete, piuttosto si è dedicato a promuovere ottusi decreti sul comune senso del pudore e a brontolare riguardo il sesso su Internet.
È difficile trascurare il fatto che le industrie di informatica e di software, la Rete e il Web, hanno cominciato tutti a crescere in maniera esplosiva proprio nel momento in cui Wall Street, il governo e i giornalisti dedicavano loro poca o nessuna attenzione.
L'impressionante decollo del Web negli ultimi anni è quasi un caso da manuale di come un ambiente creativo può fiorire quando è lasciato in pace. Innovatori, programmatori e imprenditori erano liberi di pensare al di fuori dei confini di regole, culturali e commerciali, che delimitano l'economia e la cultura americani. Le decisioni del giudice Jackson potrebbero segnare non solo l'inizio dell'era post-Microsoft, ma anche la fine di quel periodo.
Anche se il giudice li ha messi in secondo piano in quanto ancora marginali, i 'tecno-movimenti' come Linux e l'open source stavano già rosicchiando la base del monolite. "Penso che sottovaluti la minaccia di Linux nella competizione [con la Microsoft] " ha detto Eric Raymond venerdì scorso.
Raymond potrebbe avere ragione.
Quest'anno Compaq, Dell e HP hano cominciato a distribuire computer con Linux pre-installato invece di Windows NT. La International Data Corp. ha stimato la percentuale del mercato dei server occupata da Linux per quest'anno al 17.2%, circa la metà di quella di Windows NT. Sempre quest'anno, un notevole numero di prestigiose società, college e università, come pure il centro di Kansas City di sorveglianza e controllo della rete della Southwestern Bell, sono passati a Linux, che all'inizio dell'anno Business Week ha definito come 'il Vietnam della Microsoft'.
Da un punto di vista culturale, il Web ha sorpassato in velocità Redmond. Gli annunci pubblicitari che riguardano i siti Web hanno invaso la TV commerciale. Gli MP3 hanno trasformato il modo in cui la musica è distribuita e venduta in America. Ebay ha diffuso il concetto di acquisto e commercio globali. Il film di George Lucas, "Phantom Menace", sin dall'inizio è stato promosso e pubblicizzato sulla rete. "The Blair Witch Project" ha mostrato che la Rete adesso può, in certi casi, fare di un film un successo di pubblico. In precedenza quest'anno, i fan internettiani di "Buffy The Vampire Slayer" si sono opposti alla decisione della Warner Bros, presa dopo i fatti di Columbine, di rimandare l'ultimo episodio della stagione: il video e il copione vennero presto diffusi ai quattro angoli del Web. Tutti questi avvenimenti hanno annunciato la fusione del Web con l'industria dell'intrattenimento. Quest'ultimo, infatti, è diventato il primo motivo di consumo sulla Rete, seguito dal commercio elettronico, dallo sport e dal sesso.
La Microsoft non è al centro di nessuna di queste importanti evoluzioni della Rete. Di tutti i pareri, opinioni e interpretazioni che si sono rovesciati sui media durante tutto il fine settimana [successivo ai 'findings of fact' del giudice Jackson], uno in particolare si è fatto notare: Tim O'Reilly, il presidente dell'editore di libri di informatica O'Reilly & Associates, ha affermato che "La frontiera dell'innovazione si è mossa al di fuori della sfera controllata dalla Microsoft. Penso che la competizione con la Microsoft sia maggiore adesso che in qualsiasi altro momento del passato."
Una delle domande che i giornalisti dovrebbero porsi una volta ripresisi dallo shock, è come sia stato possibile premiare Bill Gates con così tanto spazio, inchiostro e inquadrature televisive - è stato sulla copertina di praticamente tutte le riviste di informazione e di economia d'America [N.d.T.: e non solo...], in genere a più riprese - e dare un'immagine totalmente falsa del suo carattere, della sua filosofia e dei suoi fini.
Ancora più significativo: come hanno potuto così tanti giornalisti non notare la natura brutale, forse in modo illegale, della competizione praticata dalla sua società?
Bill Gates ha avuto qualche idea in anticipo, persino brillante, riguardo il controllo del computer da scrivania. Ma è mai stato davvero un visionario?
Si tratta, dopo tutto, dello stesso uomo che è riuscito a non menzionare nemmeno una volta Internet nel suo primo best-seller, "The Road Ahead", e che ha concluso il suo ultimo libro, "Business @ The Speed Of Thought" (in Italia "Business @lla velocità del pensiero"), con questa piatta affermazione: "I prossimi passi, che possono avere luogo progetto dopo progetto, sono di connettere questi sistemi informatici con i sistemi di operazioni commerciali esistenti, per costruire nuovi sistemi commerciali sulla nuova architettura, e, col tempo, per rimpiazzare i vecchi sistemi commerciali. "
Adesso sono le decisioni del giudice Jackson ad avere il primo posto sulle copertine di Time, Newsweek e U.S. News&World Report, come pure di una
schiera di pubblicazioni relative all'economia e al commercio informatico.
Questo fine settimana Bill Gates è apparso conciliante e diplomatico in
pubblico, ma è trapelato che in privato era furioso e sprezzante. Questo non costituisce certo una sorpresa da parte dell'uomo che ha speso un
numero imprecisato di milioni di dollari per costruirsi un'abitazione enorme e controllata elettronicamente, e che ha acquistato molte delle note
personali, dei diari e degli schizzi sia di Leonardo da Vinci sia di Napoleone.
La Microsoft continuerà quasi sicuramente a guadagnare miliardi smerciando prodotti in genere mediocri a un prezzo molte volte superiore al reale valore a persone che al momento non hanno altra scelta se non quella di comprarli e di usarli.
Ma tutto questo prova che, in questo campo, è possibile essere enormemente ricchi e potenti e tuttavia diventare rapidamente attori di secondo piano, persino trascurabili. Questo sembra essere il curioso destino della
Microsoft.
Se Gates deve rappresentare qualcosa degli eventi degli ultimi anni, potrebbe essere l'imminente scontro tra individualismo e potere delle corporazioni così perfettamente mostrato dalla storia passata e presente della Rete.
La Rete è stata fondata da individualisti - hacker, scienziati, tecnici, guru, hippy, accademici, teenager e innovatori sociali. Queste persone
si sono trovate in misura crescente - come succede a molti americani - in
contrasto con corporazioni grandi, rapaci, intrinsecamente avide, con la
Microsoft come simbolo di gran lunga più stabile e visibile.
Non che tali società siano malvagie - le corporazioni non possono essere malvagie, proprio perché sono estranee a ogni morale. Il fatto è che, inevitabilmente, come ha affermato lo scrittore John Raulston Saul nel
suo libro "The Unconscious Civilization", le corporazioni ci costringono
a negare e distruggere la legittimità dell'individuo in quanto cittadino libero e con una propria dignità in un dato contesto, tempo o luogo.
Gli effetti pervasivi del potere corporativo sull'individuo, ci avverte
Saul, sono passività e conformismo nelle aree più importanti, e non-conformismo in quelle secondarie.
La Microsoft e il suo fondatore si sono dedicati non all'innovazione, ma
all'acquisizione delle innovazioni altrui; non hanno ricercato la libera
distribuzione delle informazioni, ma il dominio del mercato dell'informazione. Nel frattempo, milioni di utenti hanno avuto un rapporto a dir poco
conflittuale con software mediocre e pieno di bug, pagando somme consistenti per semplici programmi di cui non avevano necessariamente bisogno, mentre venivano privati degli incalcolabili benefici che avrebbero potuto
derivargli da innovatori messi a tacere, comprati oppure spaventati, le cui idee non hanno mai visto la luce.
Queste caratteristiche non sono un'esclusiva della Microsoft: il corporativismo è forse l'ideologia dominante e la più nociva dei nostri
tempi.
L'opposizione tra individualismo e corporativismo potrebbe costituire la principale lotta politica del XXI secolo.
Adesso questo conflitto si sposta sulla Rete.
Il corporativismo online finisce per arrivare a una collisione frontale con le tradizioni individualistiche che costituiscono l'anima più antica della Rete, dai primi hacker ai programmatori che hanno costruito insieme il movimento per il software libero e open source.
È difficile provare comprensione per un uomo arrogante o ricco come Bill Gates, tuttavia non si può fare a meno di trascorrere questi giorni, sbirciando giornali, vagando sui siti web e guardando programmi televisivi invariabilmente sciocchi, senza pensare che c'è qualcosa di tragico in Bill Gates, nella Microsoft e nell'era Microsoft ormai in via di estinzione.
Leggendo e rileggendo il bruciante atto d'accusa del giudice Jackson nei
confronti della corporazione più grande del mondo, è impossibile non chiedersi che cosa sarebbe potuto succedere se una società come la Microsoft fosse stata libera di travalicare i propri limiti, di uscire al di
fuori della gabbia che come al solito racchiude una corporazione.
Per come stanno oggi le cose, il testamento di Bill Gates è stato scritto dal giudice Jackson, ma avrebbe potuto essere completamente diverso. Pensate al software che una società con 22 miliardi di dollari in banca (lo stesso Gates possedeva quasi 50 miliardi, per lo meno fino a questo momento) avrebbe potuto creare, ai progressi che avrebbe potuto far compiere alla tecnologia dell'informazione.
Provate a immaginare i computer che avrebbe potuto donare, le scuole che
avrebbe potuto equipaggiare, il supporto tecnico che avrebbe potuto offrire ai milioni di nuovi utenti che si sforzano di stabilire una connessione in Rete, le innovazioni che avrebbe potuto finanziare, i sorgenti di programmi che avrebbe potuto condividere, la quantità di piccoli imprenditori, spesso in difficoltà, che avrebbe potuto far crescere invece di schiacciare.
In questo senso, Bill Gates costituisce una figura quasi scespiriana e,
per lo meno indirettamente, tragica.
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