L'era Post-Microsoft di Jon Katz
tradotto in italiano da Roberto Rosselli Del Turco
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Gli accertamenti del giudice Jackson costituiscono una sbalorditiva serie di affermazioni che rendono ben chiaro il fatto che egli non ha creduto a una sola parola di quanto rappresentanti e legali della Microsoft gli hanno raccontato per quasi un anno.
Secondo la sua opinione, la versione del governo - che la Microsoft ha tentato di monopolizzare il mercato, distruggere i concorrenti e porre i consumatori in una posizione di svantaggio - è vera e da accettare quasi integralmente. Non vi è nemmeno una frase che la Microsoft potrebbe indicare come favorevole o di buon auspicio per la propria parte.
Questa brutale dichiarazione è stata così decisamente in contrasto con la ben radicata adorazione che il giornalismo 'mainstream' ha sempre mostrato verso l'uomo e la società, che i fruitori dei media, i politici e gli investitori hanno ogni diritto di essere sorpresi e confusi riguardo la differenza tra il Bill Gates di cui hanno letto e che hanno visto in TV, e l'uomo che il giudice Jackson ha drammaticamente ri-definito.
L'amarezza e la profonda soddisfazione manifestata dai concorrenti della Microsoft è stata quasi snervante. La paura e il risentimento nei suoi confronti sono cresciuti e si sono alimentati per così tanto tempo da risultare in una sete di sangue da resa dei conti in stile mafioso. [In questo fine settimana Cnet.com ha dimostrato la sua crescente superiorità nel fornire notizie tecnologiche relative alla Rete, al Web e all'informatica in generale. L'informazione sulle decisioni in merito alla Microsoft è stata veloce, esaustiva e competente.]
Sabato l'agenzia Reuters ha riferito che i chat in Rete, da Yahoo a TheStreet.com, traboccavano di analisi e discussioni riguardo il pronunciamento del giudice Jackson; in pochissimi casi veniva manifestata comprensione per la Microsoft.
"Hallelujah!," esultava Ransome Love, CEO di Caldera, società che vende il sistema operativo Linux.
Per quanto sia stato eccitante vedere un giudice federale assestare un sonoro ceffone alla Microsoft, è stimolante anche immaginare che cosa sarebbe potuto accadere se la natura avesse potuto seguire il suo corso. Per quanto gli accertamenti del giudice Jackson possano essere letti, a tratti, come una sorta di manifesto dell'open-source, i sostenitori del software libero sembrano un pò feriti dal fatto che il giudice Jackson ha messo in secondo piano il movimento, dicendo che non considera Linux una seria minaccia nella competizione con la Microsoft.
Per quanto soddisfatti dalle opinioni espresse dal giudice Jackson, i campioni dell'OS (Open Source) erano anche chiaramente delusi di non essere stati loro a piegare la Microsoft sulle sue ginocchia senza l'aiuto di un giudice federale, qualcosa che, alla fine, erano sicuri di poter fare.
I libertari della Rete, inoltre, sono preoccupati al pensiero che questa sentenza possa legittimare l'idea che il governo debba farsi avanti e imporre delle regole a Internet. La Storia mostra che hanno di che preoccuparsi. Gli accertamenti del giudice Jackson, in effetti, rappresentano senza dubbio la più ampia e significativa intrusione nel commercio su Rete da parte di un'autorità federale, e costituisce un importante punto di riferimento nello sforzo dell'autorità giudiziaria di intraprendere la stesura di una legge che regoli Internet.
Tutto questo può avere numerose conseguenze. Il giudice Jackson non si è limitato a ridurre il potere di una società, sta anche cercando di ridefinire la legge anti-trust da applicare al commercio elettronico.
E sta sicuramente dissodando un nuovo terreno. In passato, una società aveva dei problemi con la legislazione anti-trust quando il suo monopolio diventava così ampio da monopolizzare beni e prodotti, impedire concorrenza e innovazione, e controllare e spingere in alto in maniera scorretta i prezzi pagati dai consumatori per i suddetti prodotti. Questa è la base delle prime, fondamentali, sentenze in materia di anti-trust, quella che portò alla scomposizione della Standard Oil e, successivamente, della AT&T.
Il commercio sulla Rete funziona in modo molto differente, eppure la legge anti-trust non è cambiata. La Microsoft non è diventata un monopolio spingendo in alto i prezzi, ma usando la tattica opposta: regalando, infatti, i suoi prodotti in maniera da ottenere una percentuale del mercato impressionante. La grande intuizione di Bill Gates è stata di assicurarsi che il software e i sistemi operativi della propria società venissero distribuiti in maniera così capillare e aggressiva da trovarsi su ogni computer.
Una volta ottenuto questo risultato, la Microsoft avrebbe potuto vendere prodotti di supporto all'infinito, e basarsi sulla propria supremazia contro i concorrenti come pure contro i consumatori. Non è più possibile comprare Microsoft Word, ad esempio, senza comprare Microsoft Office. Dal momento in cui i sistemi operativi della Microsoft controllavano più del 90% dei PC del pianeta, la società ha guadagnato miliardi di dollari facendosi pagare prodotti collegati, secondari o semplici upgrade. Il giudice Jackson ci suggerisce l'idea che questa tattica - unica sulla Rete - possa essere monopolistica, e quindi illegale.
In aggiunta, la Microsoft ha protetto la sua fetta di mercato, sempre secondo il giudice Jackson, comprando, intimorendo o schiacciando spietatamente concorrenti effettivi e potenziali. Anche questo, quando si verifica su scala così grande, è contro la legge.
Questi comportamenti potrebbero essere catalogati sotto la voce "competizione vecchio stile, all'arma bianca", ma il fatto che la società abbia rifiutato di riconoscerli come propri, e abbia ripetutamente tentato di ingannare a riguardo un giudice federale in un'aula di tribunale, porta il caso su di un piano completamente diverso. In un certo senso, questo atteggiamento sconcerta investigatori e legislatori più delle accuse di comportamento monopolistico. È sintomo non soltanto di un certo modo di fare affari, ma anche di un cosciente rifuto di ammettere le proprie responsabilità o di accettare di sottomettersi a un'autorità diversa da quella di Bill Gates.
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OPENSOURCE |
Jon Katz
autore di "Running to the Mountain", "Virtuous Reality" ed altri sei romanzi.
Ha scitto anche per Wired, New York Times e per ben due volte ha ricevuto la
nomination per il National Magazine Award grazie ai suoi articoli sulla rivista Rolling Stone.
Scrive su Slashdot.org, Hotwired e Free!, il sito di Freedom Forum.
Vive a Montclair nel New Jersey (USA) con sua moglie Paula Span. Sua figlia Emma
studia presso l'università di Yale.
L'uscita del suo ultimo libro intitolato Geeks è prevista per febbraio del 2000; tutti
i proventi derivati dalla vendita di questo libro saranno devoluti dall'autore alla
Free Software Foundation.
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Puoi contattare l'autore scrivendo a:
jonkatz@slashdot.org
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