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Oracle 8, un'introduzione

Oracle 8, un'introduzione
di Giuseppe Sacco

Nell'ultimo anno è avvenuto un grande cambiamento nel mondo dell'informatica commerciale: linux è stato preso in considerazione dai grandi produttori di software e hardware. Tra questi possiamo citare Netscape, HP, la recente IBM. Se vogliamo restringere il campo ai gestori di basi di dati notiamo Oracle e Informix.

In questo articolo presentiamo il prodotto Oracle 8 che si può trovare in versione dimostrativa all'indirizzo ftp.oracle.com. La presentazione sarà limitata alla descrizione dei componenti e all'installazione.

Download

Partendo dalle pagine del sito Oracle si può arrivare alla pagina dei prodotti try & buy. Tra questi figura la versione 8.0.3.0.0 del server Oracle. Questa versione, dimostrativa, ha la durata di 90 giorni, più che sufficienti per una prova su strada del prodotto.

L'archivio .tar.gz è piuttosto ingombrante, oltre i 150Mb, ma lo si può scaricare anche a pezzetti. In questa seconda ipotesi, per ricostruire l'archivio iniziale si potrà utilizzare il comando cat ora* >ora8i.tar.gz.

Una volta terminato il download è molto comodo estrarre l'archivio facendone un CD-ROM. Questo permette di salvare permanentemente l'archivio in uno stato direttamente fruibile. Oracle si potrà difatti installare direttamente da CD, evitando di dover mantenere 387Mb su disco rigido.

Installazione

La procedura di installazione di Oracle è relativamente breve, nelle mie prove ho impiegato due ore sul portatile e 25 minuti su una macchina dual pentium II. La parte più lunga è certamente quella che riguarda la scrittura dei grossi file su cui verranno memorizzati i dati.

Per quanto le installazioni di Linux siano molto simili è possibile che alcuni dei passi che presentiamo siano differenti nel vostro sistema. Per queste installazioni sono stati usati una distribuzione debian 2.0 ed una 2.1 beta.

Pianificare l'uso dei dischi

Un qualsiasi sistema per la gestione di basi di dati (DBMS) scrive su parecchi file in contemporanea, per questo motivo è consigliabile mettere questi file su differenti dispositivi fisici. Per gestire questa distribuzione di file, esiste uno schema che la Oracle ha adottato, chiamato OFA.

Sostazialmente l'OFA prevede diversi mount point che dovrebbero risiedere su dischi diversi; il primo dovrebbe essere usato per i dati veri e propri, tre distinti per tre file di log (per le transazioni in corso), almeno uno per i backup (archivelog.) Per avere le prestazioni migliori è opportuno che almeno i tre file di log siano su dischi diversi.

La scelta che consigliamo per la struttura delle directory è quindi:
 
ORACLE_BASE /home/oracle
ORACLE_HOME ${ORACLE_BASE}/app/product/8.0.3.0.0
/diskNN i vari mount point.

Se non si possiedono dischi diversi è comunque il caso di fare delle directory separate in modo da poter, in un eventuale futuro, acquistare i dischi necessari e montarli al posto delle varie directory. Non mettete i vari archivi nella stessa directory.

Oltre a questo spazio dischi è ovviamente necessario assegnare uno spazio per tutti gli eseguibili e i file di configurazione. Per le prove effettuate abbiamo sempre usato la directory /home/oracle.

Preparare gli account

L'installazione di Oracle va fatta a nome di un utente chiamato DBA (DataBase Administrator) che diventa il proprietario effettivo dei file. Questo utente va inserito in un gruppo del quale dovrebbero fare parte tutti gli utenti che usano le basi di dati.

Prima di installare Oracle è quindi il caso di creare un gruppo tramite il comando addgroup nome e poi inserirci l'utente dba con il comando adduser --ingroup nome dba.

Si parte

A questo punto ci troviamo con un gruppo e un account creati, lo spazio disco pianificato, un cdrom o una directory su un disco fisso con tutto l'archivio decompresso.

La procedura d'installazione fornita prevede che si esegua lo script orainst che si occupa di copiare alcuni file necessari sul disco e poi fa partire l'installer per la selezione dei vari componenti da installare: la scelta minima è il database server e qualche protocollo di comunicazione; per una installazione più corposa e maneggevole consigliamo di installare anche l'Installer, SqlPlus e Net8.

Installer

L'installer è il prodotto che si usa per aggiungere/rimuovere parti all'installazione. Se non lo si installa lo si deve usare dal disco di installazione ogni volta. Poiché viene usato anche per la creazione delle basi di dati (dette SID) conviene averlo sul disco fisso.

Oracle Server

Inutile dire che senza questo prodotto l'installazione non ha molto significato. L'unico motivo che possa spingere a non usarlo è che si voglia installare il solo cliente sul proprio calcolatore. In questo caso ci si deve limitare a installare net8. Attenzione: quando, una volta installato tutto, vorrete create dei database potre farlo usando l'installer; dopo aver selezionato tutti i parametri del database arriverete alla pagina di selezione dei prodotti da installare. Dovrete selezionare Oracle Server per fare in modo che l'installer crei veramente il database. L'alternativa è creare i database usando l'interfaccia SqlPlus.

Net8 e protocolli di rete

Net8 è la parte di oracle che serve a gestire la comunicazione tra le applicazioni client e il server. Con Net8 si possono definire quali database devono essere visti all'esterno e tramite quali protocolli si può accedere ad essi. Ad esempio è possibile avere un database sul server al quale si può accedere solo tramite named pipes; al contempo ce ne può essere un altro al quale si può accedere tramite TCP/IP con connessione criptata.

SqlPlus

Una volta installato il server è necessario avere un programma che permetta di accedere ai dati. SqlPlus si occupa proprio di questo. È un programma che permette di fare una connessione con un database e permette di mandargli comandi SQL e vederne i risultati sullo schermo.

Una volta selezionati i componenti l'installer porterà a compimento la creazione delle directory e la copia dei file. Poiché questa installazione va fatta con l'account DBA, in genere chiamato oracle, si dovrà fare un ultimo passo con i privilegi di root. Quest'ultimo programma da eseguire va ad assegnare i diritti a tutti i vari file e, inoltre, va a scrivere alcuni file di configurazione nella directory /etc che normalmente non è accessibile in scrittura agli utenti normali.
 

La configurazione

Una volta installato il server andranno creati dei database. Questi sono spesso creati dalle applicazioni che li devono utilizzare, ma a volte vanno creati a mano, anche solo per fare delle prove. In questi casi si devono fare parecchie operazioni:
  • creare i file per i dati;
  • creare i file per gli indici;
  • create gli utenti;
  • assegnare i diritti agli utenti;
  • definire le tabelle
ed altro ancora. La qual cosa è spesso noiosa e rischia di essere facilmente sbagliata. In questi casi vengono in aiuto le interfacce grafiche.
La Oracle ha scritto, completamente in Java, una interfaccia grafica abbastanza versatile che permette di fare molte operazioni senza doversi accanire con la sintassi SQL. Si tratta dell'interfaccia di Net8 e del cosidetto Oracle Enterprise Manager.

Le abbiamo provate su Windows, visto che l'applicazione client che volevamo provare lo richiedeva. L'interfaccia si è rivelata veramente versatile, ma non esattamente stabile. La documentazione, stampata convertendo i file .pdf tramite gs, mostra tutte le figure in maniera illegibile, ma è abbastanza completa e spiega a fondo tutte le caratteristiche dell'interfaccia.

Questo primo accenno ad Oracle, nella distribuzione per Linux/ix86, apre la strada verso un riconoscimento ufficiale dei grandi produttori di software commerciali. Il prodotto è robusto, esattamente come ce lo si aspettava da un produttore di quella stazza; inoltre l'integrazione con il sistema operativo è completa.

Documentazione

L'archivio che si usa per l'installazione contiene una quantità di informazioni in formato PDF e HTML nella directory unixdoc.

C'è inoltre una guida per l'installazione di Oracle7 su Linux utilizzando il prodotto per SCO unix. Si tratta di un HOWTO che è reperibile presso il Linux Documentation Project.

 
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