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Narrativa

RedHat 6.0: l'ultima fatica della casa di Raleigh
di Giuseppe Ghibò

 

Uno sguardo all'installazione

La RedHat 6.0 Hedwig è la prima distribuzione della RedHat ad utilizzare il kernel Linux della serie 2.2 (nella fattispecie 2.2.5). Sono state fatte scelte coraggiose e sono state incluse release aggiornate di parti critiche del sistema.
Fra queste, senz'altro la glibc2 che è stata aggiornata alla release 2.1/6.1 (sono comunque incluse tutte le librerie per la compatibilità con le versioni precedenti, sia glibc2/6.0, che la libc 5.3.12). La versione di XFree86 inclusa è attualmente l'ultima rilasciata dall'omonimo consorzio, ovvero la 3.3.3.1 (la 3.4 dovrebbe essere disponibile ai primi di agosto). Rispetto alla RedHat 5.2 è invece scomparso il buon vecchio gcc 2.7.2.3. Il compilatore di sistema è ora l'egcs 1.1.2, che supporta C, C++, Objective C e Fortran 77; le librerie gtk sono ora, finalmente, le 1.2 (1.22). 

Sul fronte dekstop, la RedHat 6.0  offre notevoli innovazioni rispetto alla precedente 5.2. Il desktop di default, abbandonato il fastidiosissimo window manager ispirato a Windows 95 (fvwm95), è infatti ora costituito da GNOME (GNU Network Object Model Environment), l'ultima fatica  della comunità GNU (Figura 6), a cui hanno attivamente contribuito i programmatori di RedHat (ad es. Miguel de Icaza).

Fra i window manager di GNOME, quello di default è Enlightenment, ma è possibile utilizzare anche Window Maker;Enlightenment sarà probabilmente abbandonato nella prossima distribuzione di RedHat; il suo autore, Rasterman, alias Carsten Haitzler, ha infatti lasciato i RedHat Labs il mese scorso, per incongurenze con i vertici del gruppo.

Oltre a GNOME, nella RedHat 6.0 è possibile scegliere anche un altro desktop: KDE, che la casa di Triangle City si è finalmente decisa ad includere nella distribuzione. In passato aveva infatti sempre cercato di evitare questa scelta, in primo luogo adducendo problemi sulle licenze delle librerie QT su cui KDE faceva pesantemente appoggio e in secondo luogo per favorire lo sviluppo di GNOME.

Anche la modalità di avvio dei servizi al boot è stata leggermente modificata (Figura 7). Ora per ogni servizio comparirà accanto, la scritta [OK] in verde se il servizio parte correttamente, oppure [Failed] in rosso se ci sono problemi. Ricorda vagamente quella di HP/UX.

Tra gli altri pacchetti presenti  nella distribuzione segnaliamo Netscape Navigator/Communicator 4.51 (la 4.6 è disponibile fra gli updates), mentre oltre al ben noto GIMP, programma di fotoritocco, clone GNU di PhotoShop, fa la sua comparsa x11amp, un player di file MP3 (ma che è in grado di suonare anche i .MOD di Amiga), simile al ben noto WinAmp. Tra le assenze "clamorose", invece citiamo il vecchio xv, che è stato rimosso dal CD principale (è stato spostato nei PowerTools 6.0).

Discorso a parte merita la questione stampanti. Su Linux, come su Unix, il formato di stampa per eccellenza è il PostScript (oltre che il plain ASCII). Tutti gli applicativi che permettono di stampare qualcosa hanno l'output in questo formato. Ovviamente la scelta ideale sarebbe quindi quella di avere una stampante PostScript. Sebbene i costi si siano abbassati rispetto a qualche anno fa, una stampante PostScript, per via della gabella Adobe, non si può certo dire l'optimum economico per una configurazione casalinga, dove le getto di inchiostro a colori regnano indistrubate. RedHat offre in maniera trasparente dei filtri di stampa, che grazie a GhostScript, un interprete PostScript, convertono in maniera trasparente l'output PostScript in uno compatibile con una stampante non PostScript (es. PCL5, Epson ESC P2, etc.). Tutte le stampanti supportate da RedHat 6.0 sono quindi tutte quelle supportate dall'interprete GhostScript. Nella fattispecie RedHat 6.0 include la versione 5.10 di GhostScript. L'ultima release di GhostScript è però la 5.50, ma non essendo coperta da licenza GNU non è stata inclusa nella distribuzione (è comunque possibile scaricarla dalla rete); lo sarà probabilmente non appena l'Aladdin rilascerà GhostScript 5.90 o 6.0 (attualmente in beta stage) e quindi metterà la 5.50 sotto licenza GNU.

La configurazione della stampante può avvenire durante la fase di installazione), oppure in un secondo momento, tramite il programma printtool. È importante tenere presente che tra l'elenco di stampanti supportate da GhostScript, troverete solo famiglie di stampanti, ma non esattamente tutti i modelli, per esempio non troverete Epson Stylus Color 740 con il driver ultraottimizzati per questo modello, in tal caso occorrerà scegliere la famiglia che si avvicina di più al vostro modello.


LINUX


Giuseppe Ghibò
Attualmente consulente e sistemista Unix, grande esperto di TeX, Postscript e DTP, ha fatto parte del Comitato Organizzatore delle due ultime edizioni  di IPISA. Ha inoltre collaborato con Amiga Magazine dal '95 fino alla sua chiusura.
Da sempre attivista sul fronte dei sistemi operativi alternativi, nutre particolare passione per l'informatica, la matematica, l'elettrotecnica, ma non disdegna argomenti più frivoli quali il calcio e Formula 1. 

Puoi contattare l'autore scrivendo a:
gghibo@diff.org


 


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