[an error occurred while processing this directive]
diff logo Informatica e sistemi alternativi
su questo sito sul Web
    Home   Chi siamo    Contattaci    Scrivi per diff    Proponi un argomento 19/04/24
    Cos'è diff    Come accedere    F.A.Q.    Promuovi    Dicono di diff    Amici di diff    
AmigaOS
Linux
FreeBSD
BeOS
OpenSource
Java
Database
Informatica
Hardware
E-Commerce
Narrativa

L'era Post-Microsoft
di Jon Katz
tradotto in italiano da Roberto Rosselli Del Turco

Articolo in lingua orginale

Benvenuti nell'era Post-Microsoft.

Per molti di coloro che leggeranno questo testo, la realtà di oggi è differente rispetto a quel venerdì mattina di qualche tempo fa [NdT: quando vennero resi noti al pubblico i "findings of facts" del giudice Jackson], che ha segnato lo spartiacque fra un periodo e, improvvisamente, il successivo.

Su Internet, l'idea che la Microsoft sia rapace, spietata, avida e monopolista è così diffusa, così radicata da tempo, che gli "accertamenti dei fatti" (findings of fact) del giudice Thomas Penfield Jackson sembrano quasi affermare una verità ovvia.

Nell'universo parallelo, a connessione spenta, la questione è ben diversa. Nel mondo reale, dove Bill Gates è stato coccolato come icona del mainstream e visionario del Millennio, gli accertamenti hanno provocato uno shock. Il capitano d'industria dei nuovi media più famoso in America, quello che faceva sembrare tutta questa roba nuova e un po' pazza sicura e comprensibile agli uomini d'affari della vecchia guardia e ai giornalisti adoranti, è stato de-strutturato secondo quella stessa tattica a sangue freddo, "non fate prigionieri", che costituiva un simbolo essenziale del suo stile.

È quasi impossibile trovare un ritratto critico o un'intervista aggressiva a quest'uomo nel complesso dei media tradizionali. Provare per credere. Per anni i personaggi più influenti del giornalismo e della politica hanno compiuto periodici pellegrinaggi a Redmond, inginocchiandosi di fronte al grand'uomo, ammirando in maniera appropriata i chip digitali che cambiano le opere d'arte sulle mura della sua casa gargantuesca.

Così, l'idea che la sua mitica società abbia agito brutalmente nei confronti dei concorrenti e, in seguito, abbia mentito sfacciatamente in tribunale per mesi a riguardo, ha costituito una comprensibile sorpresa, tale da causare titoli a nove colonne, speciali TV, e un'orgia di chiacchiere - specialmente su CNN, MicrosoftNBC e CNBC - che non ha potuto che ingigantirsi al momento della riapertura dei mercati finanziari, quando analisti e operatori hanno avuto la possibilità di ritagliarsi la loro fetta.

Il lunedì successivo non sarà un giorno felice per la Microsoft e i suoi molti ricchi e grassi azionisti [NdT: le azioni della Microsoft hanno conosciuto, in realtà, un calo limitato, ma il dato più interessante è l'impennata delle azioni di tutte le principali società concorrenti: AOL-Netscape, Sun, Corel, RedHat, etc.]. Investitori e analisti hanno avuto a disposizione l'intero fine settimana per digerire il forte atto d'accusa del giudice Jackson nei confronti della Microsoft e, come uno di loro ha riferito alla CNN domenica, "Non è carino, statene certi."

Judge Jackson, First Finding Of Fact: 'Sono tre i fatti principali che indicano che la Microsoft gode di un potere monopolistico. In primo luogo, la quota di mercato della Microsoft per quanto riguarda i sistemi operativi su computer Intel-compatibili è estremamente ampia e stabile. In secondo luogo, questa quota di mercato dominante è protetta da una robusta barriera d'ingresso. Terzo e ultimo, in gran parte a causa della suddetta barriera, i clienti della Microsoft non dispongono di un'alternativa praticabile a Windows.'

L'onda d'urto si è diffusa in cerchi concentrici venerdì, a partire dai media, poi nell'industria informatica, quindi a Wall Street e, nel corso del fine settimana, in infinite discussioni su mailing list, gruppi di discussione e chat room.

Il Sunday New York Times titolava così: "Il giudice dà la sveglia agli investitori scettici che hanno ignorato il processo antitrust".

Judge Jackson's Second Finding Of Fact: 'È pratica abituale della Microsoft quella di esercitare pressioni su altre società al fine di bloccare lo sviluppo di software che mostra il potenziale di indebolire la barriera d'entrata costituita dalle applicazioni, oppure entra direttamente in competizione diretta con i prodotti più cari alla Microsoft.'

È senz'altro ironico il fatto che, ancor prima delle conclusioni del giudice (secondo le quali è ufficialmente accertato che la Microsoft ha intrapreso una lunga campagna di prepotenze per spremere i consumatori, monopolizzare il mercato del software, scoraggiare i concorrenti e rallentare l'innovazione di eventuali nuovi prodotti), stavamo già entrando nell'era Post-Microsoft.

Bill Gates fu lento a riconoscere l'esplosione del Web verso la metà degli anni '90. E anche quando la riconobbe come tale, gli sforzi della Microsoft di competere nei media diffusi a mezzo Web, nel campo delle comunicazioni, dell'elettronica, dei portali e del commercio elettronico sono stati, in genere, un fallimento.

Certo, la Microsoft è una società di grandi dimensioni ed enormemente potente, dotata di riserve impressionanti, e l'idea che debba perire o disintegrarsi sono sciocche. Ma le evoluzioni del Web più eccitanti, significative e capaci di generare profitti si sono svolte, per lungo tempo, a una certa distanza da essa. La Microsoft non domina più il 'business computing', ed è molto meno temuta e rispettata di un anno fa.

Malgrado la Microsoft sembrasse quasi ignorare la causa intentata dal Dipartimento di Giustizia in modo arrogante e inspiegabile (il giudice ha fatto dell'aperto sarcasmo a proposito della testimonianza di Bill Gates, la società ha respinto molte opportunità di compromesso e si è mostrata sprezzante e disonesta, presentando la sua versione dei fatti, in maniera quasi sfacciata), sembra appropriato che questa corporazione incredibilmente ricca e potente sia stata finalmente battuta dall'unica entità monopolistica rimasta con più potere di essa: il governo degli Stati Uniti.

Che questo risultato dovuto all'intervento del governo federale, e non al libero mercato, sia un bene o un male sarà oggetto di feroci discussioni in Rete per lungo tempo. Forse tutto questo potrebbe ricordare il vecchio detto: "Attento a quello che vuoi, potresti ottenerlo."

"Non c'è dubbio che la causa in corso abbia grandemente influenzato il comportamento della società nel corso dell'anno appena trascorso" mi ha confidato uno scrittore di Silicon Valley vicino a esponenti Microsoft. "Probabilmente avrebbero già comprato Amazon o eBay, se non fossero stati distratti o timorosi di attirare l'attenzione sulle loro dimensioni e potere. La Microsoft è stata lenta a capire l'impatto del Web - il luogo dove, al momento, si verificano i fatti più interessanti - e in questo ambiente essere lontani dall'azione per circa un anno equivale a un'intera generazione nel mondo reale. Ci vorrà molto tempo prima che la Microsoft possa riprendere a competere aggressivamente, soprattutto se sono determinati a combattere [in sede giudiziaria], come sembra. Nel frattempo, continuano a sfornare prodotti economici e poco originali, che costano poco e vengono venduti a molto. Questo è il loro destino per un certo tempo, e in quest'ambito non avranno problemi."

La Microsoft avrà le sue preoccupazioni per un po'. Gli accertamenti del giudice Jackson non costituiscono la decisione finale nel processo: ancora non ha stabilito se la Microsoft ha infranto la legge, o deciso possibili rimedi o punizioni (che potrebbero andare da una scomposizione forzata della società, come successe con la AT&T, a multe o compensazioni da pagarsi a concorrenti o consumatori danneggiati). Vi sarà sicuramente una valanga di cause se il giudice Jackson segue il proprio istinto iniziale e afferma che la Microsoft ha infranto le leggi antitrust. Diciannove stati avevano affiancato il governo federale nella causa contro la Microsoft, e tutti quanti stanno sbavando sulla possibilità di un verdetto favorevole.


OPENSOURCE


Jon Katz
autore di "Running to the Mountain", "Virtuous Reality" ed altri sei romanzi.
Ha scitto anche per Wired, New York Times e per ben due volte ha ricevuto la nomination per il National Magazine Award grazie ai suoi articoli sulla rivista Rolling Stone.
Scrive su Slashdot.org, Hotwired e Free!, il sito di Freedom Forum.
Vive a Montclair nel New Jersey (USA) con sua moglie Paula Span.
Sua figlia Emma studia presso l'università di Yale.
Geeks
L'uscita del suo ultimo libro intitolato Geeks è prevista per febbraio del 2000; tutti i proventi derivati dalla vendita di questo libro saranno devoluti dall'autore alla Free Software Foundation.



Puoi contattare l'autore scrivendo a:
jonkatz@slashdot.org


Altre pagine su Microsoft:
L'era post-Microsoft
Sistemi operativi alla prova dei mercati azionari

 



© 1999,2000,2001,2002 NonSoLoSoft di Ferruccio Zamuner (Italia)- tutti i diritti sono riservati